TORONTO – Dovrebbero riaprire tra quattro giorni ma ancora non si sa se dopo le vacanze di Natale le scuole dell’Ontario il 3 gennaio accoglieranno nelle loro aule gli studenti. Tra incontri annunciati e poi cancellati e vari tira e molla oggi il governo della provincia ha in programma un meeting per soppesare la situazione e decidere se le scuole torneranno alle lezioni in presenza.
Genitori, insegnanti, studenti e tutto il mondo della scuola in genere è in attesa di sapere cosa succederà considerato che i contagi nella provincia oscillano da vari giorni intorno ai 10mila casi.
Martedì Ford ha affermato che i ministri della Salute e dell’Istruzione si stavano consultando con il Chief Medical Officer of Health Kieran Moore, per decidere sulla spinosa questione. Questione che divide e surriscalda gli animi: andare a scuola è importante per i ragazzi e quindi le scuole debbono riaprire dicono quelli favorevoli, considerato il numero esorbitante di contagi le scuole debbono chiudere rispondono quelli contrari.
Nel frattempo oltre 500 medici dell’Ontario hanno firmato una lettera aperta al premier Ford, al ministro dell’Istruzione Stephen Lecce e al dottor Moore invitandoli a mantenere aperti gli istituti scolastici a gennaio. I medici affermano che il governo non deve utilizzare la chiusura delle scuole provinciali come mezzo per controllare la diffusione della malattia. “La chiusura delle scuole non dovrebbe più essere una reazione istintiva all’aumento del numero di casi.
Numerose giurisdizioni si sono impegnate a mantenere aperte le scuole e noi dobbiamo fare lo stesso – si legge nella lettera – bambini e giovani hanno subito danni significativi dal marzo 2020 a causa della prolungata chiusura delle scuole e ora dobbiamo dare la priorità ai bisogni dei bambini e dei giovani”.
I medici hanno dipinto un quadro grave dell’impatto che la chiusura delle scuole ha avuto su bambini e giovani, affermando che il loro benessere accademico sociale ed emotivo, fisico e mentale si è deteriorato con conseguente aumento dei tassi di disturbi alimentari e malattie psichiatriche.
Nella lettera, i medici, non si limitano solo a esortare il governo a non chiudere le scuole ma elencano anche una serie di raccomandazioni – tra le quali un uso migliore e più frequente del test rapido dell’antigene – su come mantenere le scuole sicure e quindi aperte. “È stato dimostrato che test frequenti (ad esempio ogni due giorni) sui contatti scolastici sono equivalenti all’autoisolamento per il controllo della trasmissione del Covid-19 – hanno scritto i sanitari – due programmi “test-to-stay” con sede nello Utah, implementati in un periodo di quattro mesi, hanno consentito oltre 100.000 giorni di istruzione in presenza per quasi 60.000 studenti”.
I medici hanno affermato che la provincia deve riscrivere la frase “le scuole dovrebbero essere le ultime a chiudere e le prime ad aprire” e sostituirla con “le scuole sono un servizio essenziale e devono rimanere aperte”.
Lo specialista in malattie infettive, dottor Alon Vaisman, ha dichiarato che sembra improbabile che le scuole riapriranno il 3 gennaio a causa della rapida diffusione di Covid nella comunità che potrebbe causare “tonnellate e tonnellate” di casi tra gli studenti. “Potrebbe però non durare molto a lungo. Tutto dipende da quanto durerà questa ondata – ha detto – se non vediamo il livello di morbilità e mortalità associati alla malattia, allora viene meno la giustificazione per tenere le scuole chiuse”.