Canada

Quasi 5mila immigrati
irregolari in un mese
La storia di Fritznel Richard

MONTREAL – Ben 4.689 persone sono entrate illegalmente in Canada attraverso Roxham Road in Quebec nello scorso mese di dicembre, più di quante ne siano arrivate al “valico di frontiera irregolare” durante l’intero 2021. In effetti, il numero registrato nel dicembre del 2022 è il più alto dall’agosto 2017, quando erano entrate 5.530 persone.

In totale nel 2022 le persone che sono entrate illegalmente nel Paese e poi hanno chiesto asilo è stato di 39.171, più del doppio dei 18.836 entrati attraverso Roxham Road nel 2017, l’anno del record precedente.

“Dobbiamo continuare a lavorare con i nostri partner americani per migliorare la situazione”, ha detto la scorsa settimana il primo ministro Justin Trudeau, che ha affermato di voler stringere un nuovo accordo “che ci consenta di ridurre questi attraversamenti irregolari e di promuovere l’immigrazione legale”. Ma il problema è annoso e secondo molti si è acuito proprio quando, nel 2017, lo stesso Trudeau – dopo che Trump aveva dichiarato che, in qualità di presidente Usa, avrebbe posto fine al programma che consentiva ai cittadini haitiani di rimanere negli Stati Uniti oltre i normali termini – invitò pubblicamente i migranti a scegliere il Canada. “A coloro che fuggono da persecuzioni, terrore e guerra, i canadesi vi accoglieranno, indipendentemente dalla vostra fede. La diversità è la nostra forza #WelcomeToCanada”, aveva twittato Trudeau il 28 gennaio 2017 (nello screenshot qui sotto).

Da lì, un vero e proprio esodo. Ma non un’immigrazione legale e controllata. Le persone volavano all’aeroporto di New York e prendevano un autobus per Plattsburgh, per poi raggiungere il confine tra Stati Uniti e Canada. E nonostante i cartelli di divieto di attraversamento del confine, lo superavano: 18.838 persone nel 2017, 18.518 nel 2018, 16.136 nel 2019. Poi, a causa della pandemia, “soltanto” 3.000 nel 2020 e 4.000 nel 2021. Ma nel 2022 l’esodo è ripreso e, adesso, una media di 107 persone attraversa ogni giorno il confine illegalmente.

In Quebec, le scelte di Trudeau nei confronti di questo problema non sono popolari. Non piacciono le spese sostenute dal governo federale per ospitare i richiedenti asilo negli hotel (94 milioni di dollari dalle elezioni del settembre del 2021 per camere che, come ha denunciato il Globe and Mail, rimangono spesso vuote), tant’è che un sondaggio pubblicato due settimane fa ha mostrato che il 68% della popolazione vuole che il valico di frontiera sia chiuso, cosa che il leader conservatore Pierre Poilievre ha detto che avrebbe fatto, ma Trudeau no. “Capisco perché le persone disperate stanno cercando di attraversare lì”, ha detto Poilievre all’inizio di questo mese. “Il nostro sistema immigratorio è lento e malfunzionante”.

E, in relazione a questo, c’è anche un altro problema: spesso chi attraversa il confine anche come richiedente asilo poi si ritrova in situazioni disperate proprio a causa delle lungaggini per l’ottenimento dei documenti necessari per lavorare e, quindi, vivere o comunque sopravvivere, visti i prezzi degli alloggi. È esemplare, in questo senso, la storia di Fritznel Richard, il 44enne haitiano morto per ipotermia il 4 gennaio scorso vicino a Roxham Road, mentre tentava di rientrare negli Stati Uniti per cercare di ricongiungersi con la moglie e il figlio di 18 mesi in Florida, che avevano entrambi lasciato il Quebec pochi mesi prima (un altro figlio di 11 anni è ad Haiti). In un’intervista alla CBC, la moglie di Richard ha spiegato che lei e il marito avevano lottato per sbarcare il lunario nell’area di Montreal, fra mille difficoltà dovute ai ritardi nell’ottenere un permesso di lavoro e nell’impossibilità di trovare un alloggio ad un prezzo umano. Da qui, la decisione di lasciare il Canada.

Frantz André, portavoce di un gruppo con sede a Montreal che aiuta le persone prive di documenti, afferma che i governi canadese e del Quebec devono fare un lavoro migliore per far sentire i richiedenti asilo i benvenuti, rilasciare permessi di lavoro e aiutare le persone a trovare alloggi a prezzi accessibili. “Sono arrivati ​​qui, in un Paese che si dice accogliente e dove regna la democrazia, per morire qui, nel 2023. È questa la nostra terra accogliente?” ha detto André durante il funerale di Richard che si è svolto domenica pomeriggio Montreal. La moglie di Richard, impossibilitata a rientrare in Canada dopo aver abbandonato la sua richiesta di asilo, ha dovuto assistere al funerale del marito tramite Zoom, in collegamento internet, attraverso il freddo monitor di un computer. Le lacrime le rigavano il viso. #WelcomeToCanada, twittava Trudeau nel 2017.

More Articles by the Same Author: