TORONTO – Il leader conservaotre Pierre Poilievre si rifiuta di incontrare il relatore speciale del governo sulle interferenze straniere in Canada, David Johnston, perché il suo è un “lavoro finto”, affidato a qualcuno che non è imparziale.
I leader dell’NDP e del Bloc Québécois si sono già incontrati con il relatore speciale chiamato a determinare se il governo federale debba indire o meno un’inchiesta pubblica sulle interferenze: solo Poilievre, dunque, ha rifiutato l’incontro.
In una conversazione con la CBC, un portavoce di Poilievre ha affermato che la squadra di Johnston aveva offerto solo una “finestra” di 48 ore per incontrarsi, il che non rientrava nel programma del leader conservatore, ma in una dichiarazione rilasciata ore dopo, il direttore delle relazioni con i media Sebastian Skamski ha dichiarato che il rifiuto di Poilievre di incontrarsi non era dovuto alla programmazione. “Il signor Johnston è un compagno di sci, vicino di casa e amico di famiglia del Primo Ministro”, ha detto Skamski, descrivendo anche il ruolo di relatore speciale come “un lavoro falso”. E poi ha citato il precedente ruolo di Johnston con la Pierre Elliott Trudeau Foundation come un altro motivo di preoccupazione. La Fondazione ha accettato una donazione di 140.000 dollari che è diventata oggetto di controversia negli ultimi mesi dopo che il Globe and Mail ha riferito che era stata diretta da Pechino nel tentativo di influenzare Justin Trudeau (il denaro è stato poi restituito a metà aprile). Quindi, secondo Skamski, Johnston dovrebbe “consegnare immediatamente questo lavoro a qualcuno imparziale per tenere un’inchiesta pubblica completa ed indipendente”.
Il Primo Ministro ha respinto al mittente le critiche a Johnston definendole “orribili attacchi partigiani contro un uomo di straordinaria integrità”. E lo sgtesso Trudeau ha ripetutamente affermato di non essere coinvolto nella Fondazione intitolata a suo padre da anni e di non essere a conoscenza della donazione.
Nonostante il rifiuto di Poilievre di incontrarsi, il suo ufficio ha mostrato una certa collaborazione con il relatore speciale, ha affermato Skamski, aderendo a una richiesta via e-mail di informazioni su eventuali esperienze passate con potenziali interferenze straniere. Queste esperienze sono limitate, dato che Poilievre è stato il leader dell’opposizione solo per pochi mesi e non ha ancora guidato il partito alle elezioni generali, ha detto il portavoce.
La CBC ha provato a contattare Johnston per un commento ma il Privy Council Office, che si occupa delle richieste dei media di Johnston, ha affermato che data “l’indipendenza e la natura continua del suo lavoro” , sarebbe inappropriato discutere i dettagli dei suoi incontri.
Sia i leader dell’NDP che quelli del Bloc, dicevamo, si sono incontrati con Johnston. “È stato un incontro produttivo, abbiamo sottolineato la necessità di un’inchiesta pubblica”, ha detto Anne McGrath, direttore nazionale dell’NDP, citando le ansie dei canadesi sulla questione dell’interferenza straniera. Ha incontrato Johnston lo scorso 1° maggio insieme al leader del partito, Jagmeet Singh, ed alla deputata di Vancouver-East, Jenny Kwan, che la in precedenza aveva avuto una videochiamata con il CSIS per discutere di potenziali pressioni della Cina contro di lei.
Il Bloc Québécois, con il leader Yves-François Blanchet e René Villemure, ha incontrato il relatore speciale una settimana fa. “Gli ho detto che non volevamo niente di meno che un’inchiesta indipendente e che questo dovrebbe avvenire il più velocemente possibile”, ha detto Blanchet.
La co-leader del Partito dei Verdi, Elizabeth May, ha riferito che il suo partito “non è stato consultato” dall’ufficio di Johnston.
Johnston è pronto a fare un appello su un’inchiesta pubblica sull’interferenza elettorale straniera entro martedì prossimo, insieme ad altre raccomandazioni. Il governo ha detto che si atterrà a tutte le sue decisioni.
Nella foto in alto, il leader dei Conservatori, Pierre Poilievre (foto da Twitter – @PierrePoilievre)