Ontario

Infermieri no vax:
“Fateci tornare a lavorare”

TORONTO – Sono sul piede di guerra infermieri, operatori di sostegno personale (psw) e tecnici sanitari no vax licenziati dagli ospedali e dalle strutture dell’Ontario dove prestavano servizio. Quel che chiedono adesso a gran voce è di poter tornare a lavorare. “Vogliamo tornare in servizio, vogliamo che gli abitanti della provincia sappiano che ci sono lavoratori in prima linea che desiderano tornare a lavorare ma sono bloccati dalle policy sui vaccini imposte dagli ospedali della provincia, nonostante l’Ontario non richieda la vaccinazione degli operatori sanitari”, è il ritornello che si sente da più parti.

Sono tutti operatori sanitari messi alla porta dopo che nel 2021 hanno rifiutato di ricevere due vaccinazioni Covid-19, come richiesto da tutti i 140 ospedali pubblici dell’Ontario e da alcune case di cura e di riposo. “Penso che le persone sapessero che eravamo stati licenziati – ha detto a CTV National News Anna Luxton, che lavorava come infermiera in un pronto soccorso – penso che da quando la provincia ha dichiarato di aver revocato l’obbligo di vaccinazione lo scorso marzo, la gente abbia pensato che saremmo stati reintegrati. Ma la realtà è che non è affatto così”.

Quebec, Alberta, Saskatchewan, Manitoba, New Brunswick, Newfoundland e Labrador e Yukon non richiedono più al personale sanitario di essere immunizzato contro il Covid. E nonostante l’Ontario abbia revocato l’obbligo di vaccinazione nel settore sanitario a marzo, l’Ontario Hospital Association (OHA) continua a raccomandare la vaccinazione obbligatoria nei 140 ospedali pubblici della provincia. Al momento non ci sono numeri ufficiali su quanti operatori sanitari no vax sono stati licenziati. Quel che è certo è che considerata la carenza di personale in quasi tutte le strutture opedaliere della provincia questi infermieri e psw ritengono che sia giunto il momento di essere reintegrati al loro posto di lavoro.

Ma la realtà è un’altra. In una direttiva agli ospedali che consideravano l’assunzione di lavoratori non vaccinati a dicembre, i funzionari dell’Ontario Hospital Association hanno scritto: “L’OHA ritiene che le policy di vaccinazione Covid-19 all’interno degli ospedali dell’Ontario dovrebbero rimanere in vigore, dato che offrono il massimo livello di protezione per i pazienti e gli operatori sanitari”.

Non si tratta di sicurezza del paziente – ha detto a CTV National News Rafael Gomez, direttore del Centre for Industrial Relations and Human Resources della University of Toronto – la sicurezza dei pazienti è compromessa quando non abbiamo lavoratori in prima linea che si occupano di attacchi di cuore, che si occupano di malattie. Questa situazione non ha senso”.

Un esperto afferma che il governo dell’Ontario ha il potere di costringere gli ospedali ad eliminare le policy di vaccinazione. “Legislativamente, la provincia potrebbe ordinare che non ci sia alcuna obbligatorietà, ma non l’ha fatto – ha detto l’avvocato per i diritti umani Lisa Bildy – in Alberta, il governo, infatti, ha detto all’Alberta Health Services che avrebbero dovuto riassumere i lavoratori non vaccinati. Noi non l’abbiamo fatto qui. Non so perché”.

“Senza una motivazione di salute pubblica valida per negare l’occupazione agli operatori sanitari non vaccinati, in un momento di grave carenza di personale, gli ospedali dovrebbero accogliere, o dare il bentornato, a ogni infermiere dell’Ontario qualificato e disponibile – ha detto Arthur Schafer, direttore del Centre for Professional and Applied Ethics della University of Manitoba a Winnipeg – negare a qualcuno un impiego, senza una buona base scientifica che dimostri che rappresenta un rischio inaccettabile per la vita e la salute di pazienti e colleghi, è una cattiva policy di salute pubblica che viola diritti umani delle persone coinvolte”.

Nel frattempo sia l’Ontario Nurses’ Association (ONA) che la Canadian Nurses Association hanno detto che il loro obiettivo è “lottare per migliori condizioni di lavoro e migliori salari” e che “gli infermieri che hanno rifiutato i vaccini non sono una priorità.”

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