Ontario

Oggi tutti a scuola,
ma è un salto nel buio

TORONTO – Il giorno tanto atteso, quello del rientro a scuola dopo mesi e mesi, è arrivato anche per gli studenti dei provveditorati di Toronto, pubblico e cattolico. E potrebbe essere un bel giorno, se non fosse per le mille incognite che incombono anche a causa dei ritardi nella riorganizzazione delle scuole, necessaria con la pandemia ancora in corso.

Questi primi due giorni, dunque – oggi e domani, poi di nuovo tutti a casa per il weekend – non saranno altro che una specie di “prova generale” di quello che avverrà durante l’anno scolastico. Impossibile prevederlo, però, quello che avverrà. Di fatto, non si sa quanti studenti over 12 siano stati vaccinati e quanti no, non si sa quanto durerà la didattica in presenza (i casi torneranno a salire in autunno? Ci sarà un nuovo lockdown?) e non si sa se il “piano” elaborato dal governo dell’Ontario, di fatto solo sulla carta e mai testato, funzionerà o meno. Un salto nel buio, insomma.

Mentre per il TDSB, il TCDSB e per le scuole pubbliche di York, Durham e Peel le lezioni iniziano oggi, in altri distretti la prima campanella è già suonata. Per alcuni, martedì: il distretto di Bluewater, quello di Niagara e quello di Halton. Per altri, ieri: il distretto cattolico di York e le scuole cattoliche e pubbliche di Hamilton-Wentworth.

Tante le foto condivise sui social network dai genitori che hanno salutato con comprensibile entusiasmo il ritorno a scuola dei loro figli.

Intanto, il Ministro dell’Istruzione dell’Ontario, Stephen Lecce, è tornato a sottolineare gli investimenti fatti dalla Provincia nella ventilazione scolastica, necessaria per garantire il ritorno all’apprendimento di persona. Il Ministero ha inviato alle scuole linee guida che includono l’obbligo, per il personale e gli studenti, di indossare le mascherine al chiuso. Inoltre, lo stesso Ministero ha richiesto che tutti gli istituti offrano un’opzione di apprendimento remoto per gli studenti che non si sentono a proprio agio in classe a causa della pandemia.

C’è, però, la grande incertezza relativa ai casi in cui uno studente abbia sintomi riconducibili al Covid-19. Com’è noto, infatti, la provincia ha rimosso il “naso che cola” e il “mal di testa” dall’elenco dei sintomi di Covid-19 che richiedono ai bambini di rimanere a casa da scuola e di sottoporsi al test per il coronavirus. Sintomi considerati, fino a qualche mese fa, come possibili “indicatori” di un’infezione non grave da Covid-19, soprattutto nei giovanissimi.

La grande preoccupazione dei genitori è: che fare, in questi casi? Sottoporre comunque il figlio al test, seguendo lo scrupolo che muove ogni genitore, o lasciar perdere e continuare a mandarlo a scuola? Incrociamo le dita…

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