Ontario

Via il Bill 28, oggi
si ritorna a scuola

TORONTO – Senza neppure attendere la decisione dell’Ontario Labour Relations Board al quale si era rivolto per dichiarare illegale lo sciopero del Canadian Union of Public Employees (CUPE), il governo dell’Ontario ha fatto dietrofront. Ieri, durante una conferenza stampa a sorpresa, il premier Ford ha annunciato la decisione di revocare il controverso Keeping Students in Class Act “a patto che il sindacato accetti di porre fine allo sciopero e di continuare a negoziare”. Proposta, questa, accolta dal CUPE dopo che il premier si è impegnato per iscritto ad abrogare la legge approvata giovedì scorso che rendeva illegale lo sciopero del personale non docente della scuola. “Possiamo confermare che il premier introdurrà e sosterrà una legislazione che abrogherà il disegno di legge 28 nella sua interezza”, ha affermato la presidente del sindacato Laura Walton. Oggi, quindi, gli studenti dell’Ontario potranno tornare a scuola.

Mark Hancock, presidente nazionale del CUPE, ha affermato che il Bill 28 è stato un “attacco regressivo che ha unito il movimento operaio come mai prima d’ora” e ha elogiato assistenti educativi, custodi e bibliotecari, il 70% dei quali sono donne, per il loro impegno nella protesta. “Hanno tenuto testa al governo Ford – ha detto Hancock – abbiamo dimostrato che quando siamo sotto attacco, il nostro movimento è forte e ci sosteniamo a vicenda”.

Abbandonati, almeno per ora, i toni di chi ha il coltello dalla parte del manico, Ford ha cercato di instaurare il dialogo con i lavoratori che ieri per il secondo giorno hanno sfidato il governo ed hanno incrociato le braccia causando la chiusura di tutte le scuole della provincia. “Come gesto di buona fede, il nostro governo è disposto a revocare il Bill 28, è disposto a revocare la sezione 33, ma solo se il CUPE accetta di mostrare un simile gesto di buona fede interrompendo lo sciopero e lasciando che i nostri ragazzi tornino nelle loro classi”, ha detto Ford.

Dopo aver fatto la voce grossa per tutta la settimana scorsa il premier ha stemperato i toni porgendo, come ha detto, “un ramo d’ulivo” al CUPE come invito a tornare al tavolo dei negoziati.

Negoziati che si sono arenati una settimana fa quando il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce di fronte all’annuncio dello sciopero ha rifiutato di prendere in considerazione una controfferta presentata dal CUPE. Ma ieri, proprio il governo che si sentiva in una botte di ferro, sicuro di poter piegare il sindacato, ha riaperto al dialogo: Ford ha detto di essere “flessibile” per poter giungere a un “accordo equo” che offra maggiore aiuto ai lavoratori a basso reddito. “Gli studenti ne hanno passate tante. Non meritano di essere coinvolti in questi negoziati. Ciò di cui hanno bisogno e che meritano è tornare in classe per mettersi al passo con i programmi di studio. Per il bene dei nostri studenti, CUPE accetta questa offerta. Revoca lo sciopero e lascia che i nostri ragazzi tornino in classe”, ha supplicato Ford. Qualche passo dietro di lui c’era il ministro Lecce, che però non ha proferito parola.

Parlando con i giornalisti al termine della conferenza stampa di Ford, Peter Tabuns, leader ad interim del New Democratic Party dell’Ontario, ha affermato che il governo ha il potere di riportare gli studenti nelle classi. “Penso che la pressione sul premier sarà enorme… affinché metta effettivamente sul tavolo un accordo equo, qualcosa che possa risolvere questa crisi”, ha detto Tabuns.

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