TORONTO – Per la prima volta in più di due anni il tasso di inflazione del Canada a giugno è sceso al 2,8% . A comunicarlo è Statistics Canada. Dal rapporto sull’indice dei prezzi al consumo di Statistics Canada martedì risulta che la decelerazione è stata ampia e che i prezzi della benzina più bassi rispetto allo scorso anno hanno guidato il rallentamento.
La notizia positiva però non si traduce in prezzi più bassi per i consumatori che devono fare i conti con il carovita.
Malgrado l’inflazione rallenti in Canada, i prezzi dei prodotti alimentari però pesano ancora in modo sostanziale sui portafogli delle famiglie e gli specialisti puntano il dito contro i margini di alcune catene di supermercati. Gli alimenti sono una delle voci di spesa che è aumentata in modo più marcato e che è difficilmente riducibile nei budget delle economie domestiche a basso reddito.
I canadesi continuano quindi a pagare prezzi sostanzialmente più alti per i generi alimentari, poiché i prezzi sono aumentati del 9,1% su base annua, un po’ più rapidamente rispetto a maggio. Il tasso annuo di inflazione è stato del 3,4% a maggio. L’ultima volta che è sceso sotto il tre per cento è stato nel marzo 2021.
La Banca del Canada ha alzato nuovamente i tassi di interesse all’inizio di questo mese, in parte perché prevede che l’inflazione rimarrà alta più a lungo.
Bank of Canada ha dichiarato di aspettarsi infatti che l’inflazione si aggirerà intorno al tre per cento nel corso del prossimo anno, prima di scendere pian piano al due per cento entro la metà del 2025.
Il rapporto di martedì mostra che l’inflazione rientra nell’intervallo compreso tra l’1 e il 3% della banca centrale, sebbene la Bank of Canada sia stata irremovibile nel porsi l’obiettivo di far calare l’inflazione del 2%.
Scopo dell’aumento dei tassi è quello di soffocare la domanda nell’economia rendendo più costoso il prestito per i consumatori e le imprese. Questo processo dovrebbe in teoria ridurre l’inflazione ma nel frattempo sta facendo aumentare gli interessi che i canadesi pagano sui loro mutui.
L’agenzia federale afferma che escludendo i costi degli interessi sui mutui, il tasso di inflazione annuale sarebbe stato del due per cento.
Il rapporto di ieri mostra che i prezzi per una gamma di beni e servizi sono più contenuti: questa è certamente una buona notizia per i consumatori che in seguito alla pandemia hanno dovuto affrontare forti aumenti dei prezzi.
I costi di trasporto, ad esempio, sono diminuiti su base annuale poiché i prezzi della benzina sono scesi e il ritmo di crescita dei prezzi dei veicoli diminuisce.
I consumatori hanno anche pagato il 14,7% in meno per i servizi cellulari rispetto a un anno fa, il che, secondo l’agenzia federale, è dovuto ai prezzi più convenuienti per i piani tariffari e le promozioni di vendita. “L’inflazione è rientrata nel raggio che la Bank of Canada si è posta come obiettivo ma ci sono segnali che indicano da questo momento in poi progressi più lenti”, ha dichiarato Royce Mendes, economista e amministratore delegato di Desjardins Capital Markets.