Canada

Le opposizioni unanimi: “La vera rovina sono i Liberali”. E Trump insiste: “Canada 51esimo Stato”

OTTAWA – Cosa cambierà, dopo il passo indietro di Justin Trudeau? Niente, secondo il leader dell’opposizione conservatrice Pierre Poilievre, almeno finché i Liberali governeranno, perché “ogni parlamentare liberale al potere oggi ed ogni potenziale candidato alla leadership liberale che lotta per la carica più alta ha aiutato Justin Trudeau a rovinare il Paese negli ultimi nove anni”.

“Tutti i politici liberali – ha detto ieri Poilievre, commentando le dimissioni di Trudeau da leader dei Librerali: resterà primo ministro in “prorogation” fino al 24 marzo – hanno approvato la carbon tax che cancella posti di lavoro e fa crescere l’inflazione e tutti hanno sostenuto una legge che quadruplicherà quella stessa tassa nei prossimi cinque anni; tutti hanno votato o sostenuto attivamente la spesa fuori controllo, il debito e le politiche dell’immigrazione di Trudeau; tutti hanno approvato le sue politiche abitative che hanno raddoppiato il costo delle case; tutti hanno contribuito ad approvare la cauzione catch-and-release e gli arresti domiciliari per i recidivi più pericolosi e questo ha aumentato i crimini violenti del 50%, i crimini con armi da fuoco del 116%, i crimini d’odio del 250%”. E se adesso tutti questi politici liberali stanno scaricando Trudeau, secondo Poilievre non è perché “si sono pentiti dei danni fatti”, ma solo perché pensano che il “loro” primo ministro non sia più abbastanza popolare per vincere le elezioni e mantenerli al potere. “Vogliono proteggere le loro pensioni ed i loro stipendi nascondendo il loro odiato leader sotto il tappeto mesi prima delle elezioni per ingannarvi, e poi rifare tutto da capo”, dice Poilievre promettendo che i Conservatori, invece, “elimineranno la carbon tax, costruiranno le case, sistemeranno il bilancio e fermeranno la criminalità e la droga”, garantendo “cibo a prezzi accessibili e case in strade sicure” (qui sotto, il video integrale).

 

Del tutto simili le dichiarazioni di Jagmeet Singh, leader dell’NDP che pure ha sostenuto a lungo, fino a poche settimane fa, il governo di Justin Trudeau. “I liberali hanno deluso i canadesi sui prezzi delle case, sull’assistenza sanitaria e lasciando che l’avidità delle aziende si scatenasse”. Il problema, dice Singh, “non è solo Trudeau. Sono tutti i ministri che hanno preso le decisioni. I liberali non meritano un’altra possibilità, non importa chi sia il leader”. E conclude chiedendo “a tutti coloro che si oppongono ai tagli spietati dei Conservatori all’assistenza sanitaria ed a tutti coloro che si oppongono al fatto che i ricchi diventino sempre più ricchi mentre tutti gli altri restano sempre più indietro, di unirsi per fermare i Conservatori e costruire il primo governo canadese per i lavoratori” (qui sotto, una parte della dichiarazione di Singh; il comunicato integrale dell’NDP è qui; il video da YouTube / CPAC è qui).

Lapidario il leader del Bloc Yves-François Blanchet, il quale ha annunciato che non lavorerà con nessun nuovo leader liberale poiché Justin Trudeau ha “profondamente trasformato” quel partito. “Non c’è alcun modo possibile – ha detto – che il Partito Liberale diventi qualcos’altro in poche settimane” (qui sotto, il video integrale).

 

Immancabile, infine, il commento del presidente in pectore degli Stati Uniti, Donald Trump, che è tornato alla carica con l’idea della “annessione canadese”. “Molte persone in Canada ADORANO essere il 51° Stato (degli Usa). Gli Stati Uniti non possono più soffrire gli enormi deficit commerciali e sussidi di cui il Canada ha bisogno per restare a galla. Justin Trudeau lo sapeva e si è dimesso. Se il Canada si fondesse con gli Stati Uniti, non ci sarebbero dazi, le tasse scenderebbero notevolmente e (i due Paesi) sarebbero totalmente sicuri dalla minaccia delle navi russe e cinesi che li circondano costantemente. Insieme, che grande Nazione sarebbe!!!”.

Nella foto in alto, Justin Trudeau mentre se ne va al termine della sua conferenza stampa, ieri mattina: il video integrale è qui (da YouTube / CPAC)

 

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