Canada

La sopravvivenza del governo-Trudeau costerà ai canadesi 16 miliardi di dollari

TORONTO – La sopravvivenza forzata del governo di minoranza guidato da Justin Trudeau, dopo l’abbandono dell’NDP che gli ha tolto il sostegno, potrebbe costare molto cara ai canadesi: per la precisione, 16 miliardi di dollari. A tanto ammontano infatti i costi della richiesta che il Bloc Quebecois ha fatto al primo ministro, in cambio del sostegno che gli permetterebbe di restare ancora in sella.

Il “Blocco” ha concesso al governo tempo fino al 29 ottobre per dare il via libera alla spesa per il disegno di legge volto ad aumentare la pensione a tutti gli anziani di età inferiore ai 75 anni. Un’operazione che costerebbe, appunto, 16 miliardi di dollari pubblici. Se il governo non dovesse sostenere il disegno di legge entro quella data, il leader del “Blocco”, Yves-François Blanchet, avvierà trattative con altri partiti per far cadere il governo di minoranza liberale prima del nuovo anno.

In realtà, il governo liberale aveva già aumentato i pagamenti previdenziali, nel 2022, ma solo per le persone di età superiore ai 75 anni nel 2022, con l’intenzione di sostenere gli anziani più vulnerabili. La richiesta del “Blocco” allargherebbe enormemente la platea degli interessati, portando altri 16 miliardi di dollari di spesa in deficit. Aggiungere una simile cifra al bilancio, oltre ai soldi per l’edilizia abitativa ed altre questioni che il governo federale vuole affrontare in vista delle prossime elezioni, sarebbe difficile, ha detto alla Canadian Press Tyler Meredith, ex consigliere economico principale di Trudeau e di due ministri delle finanze e socio fondatore della società di consulenza politica Meredith Boessenkool & Phillips. “Non sono sicuro che sia l’uso più efficace da fare del denaro”, ha detto.

Lo scorso anno, il ministro federale delle Finanze, Chrystia Freeland, ha promesso nuove misure di protezione fiscale volte a limitare spesa e deficit: una mossa arrivata mentre crescevano le pressioni per garantire che la spesa federale non ostacolasse la capacità della Banca del Canada di controllare l’inflazione. “Quando si tratta di ulteriore sostegno agli anziani, stiamo avendo buone conversazioni su tutte le possibili misure economiche sia con il Bloc Quebecois che con l’NDP”, ha però detto la stessa Freeland la scorsa settimana.

I benefici per gli anziani rappresentano una spesa importante per il governo federale, che è cresciuta in modo significativo nell’ultimo anno con l’invecchiamento della popolazione: Ottawa ha speso quasi 70 miliardi di dollari in pagamenti di sicurezza per la vecchiaia, il supplemento di reddito garantito e l’indennità coniugale nel 2022. Ma il “Blocco” ha sostenuto che la decisione di aumentare le indennità di vecchiaia solo per le persone di età pari o superiore a 75 anni era discriminatoria. E, adesso, approfittando della crisi innescata dall’uscita dell’NDP, è tornato alla carica con la richiesta di estendere l’aumento della pensione anche agli anziani sotto i 75 anni. I liberali non hanno molto tempo per riflettere sulle loro opzioni. E poi, oltre alla scadenza imposta dal “Blocco”, devono presentare anche una dichiarazione economica autunnale che delinei i loro piani di spesa e le prospettive economiche entro la fine dell’anno. E servono voti.

Nel frattempo, la Camera dei Comuni dovrebbe votare altre mozioni di sfiducia che potrebbero far cadere il governo nelle prossime settimane.

Nella foto in alto: Blanchet e Trudeau in un incontro nel novembre del 2019 (foto dalla pagina Facebook di Justin Trudeau)

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