TORONTO – Di male in peggio. Un nuovo sondaggio presentato ieri da Abacus scatta un’istantanea sconfortante per il primo ministro Justin Trudeau: i conservatori guidati da Pierre Poilievre, se si andasse alle urne in questo momento, raggiungerebbero quota 43 per cento, ben 22 punti percentuali in più del Partito Liberale, ancorato al 21 per cento delle intenzioni di voto.
Secondo l’indagine demoscopica, l’Ndp di Jagmeet Singh guadagna un punto e sale al 19 per cento: con una differenza uguale o inferiore al 2 per cento, ci troviamo in una sostanziale parità statistica tra i due partiti. Ma la notizia negativa per il primo ministro è un’altra: per la prima volta negli ultimi anni – ci dice Abacus – i neodemocratici hanno più consenso dei liberali se si considerano tutte le province canadesi se si esclude il Quebec, regione dove i grit – seppur a faticano – mostrano una certa tenuta, rispetto alla caduta libera che registrano nel resto del Paese.
Se non teniamo in considerazione i dati della provincia francofona, il Partito Conservatore gode del 50 per cento esatto delle intenzioni di voto, l’Ndp si piazza al 22 per cento mentre il partito di Trudeau non va oltre il 19 per cento.
In Quebec, invece, è il Bloc Quebecois ad essere nettamente in vantaggio con il 37 per cento delle intenzioni di voto, seguito dai liberali al 28 per cento e dai conservatori al 22. Non decolla, al contrario, il partito di Singh, fermo a un deludente 10 per cento.
Ma le cattive notizie per il leader federale non si fermano qui. Abacus infatti è andata anche a isolare le intenzioni di voto degli intervistati che dichiarano la loro intenzione ad andare a votare, lasciando da parte coloro che hanno espresso una certa preferenza ma non si dicono sicuri se andranno o meno alle urne. Ebbene, nello zoccolo duro dell’elettorato canadese, quello che andrà a votare, il divario tra i tory e i grit è ancora maggiore. In questa fascia, infatti, le intenzioni di voto per il partito di Poilievre raggiungo quota 46 per cento, mentre liberali e neodemocratici si trovano appaiati al 20 per cento.
Il distacco quindi è di 26 punti percentuali, un abisso difficilmente recuperabile per il primo ministro, che sta vivendo ormai un lungo periodo di difficoltà in termini di popolarità e che non riesce a trovare quella svolta nella sua agenda politica per dare il via alla tanto agognata rimonta.
Il Partito Liberale paga lo scotto della popolarità in picchiata del suo leader. Secondo Abacus, infatti, solo il 22 per cento dell’elettorato ha un giudizio positivo di Trudeau, il 60 per cento degli intervistati boccia il primo ministro senza se e senza ma.
Il sondaggio, inoltre, mette in luce come il Partito Liberale sia nettamente indietro in tutte le fasce d’età dell’elettorato canadese.
Ma è nelle proiezione dei seggi il vero dato sconvolgente per l’entourage del primo ministro. Secondo il portale 338canada.com – che aggrega tutti gli ultimi sondaggi a livello locale – se si votasse in questo momento i conservatori conquisterebbero senza troppi patimenti la maggioranza assoluta dei seggi alla House of Commons: la soglia – 172 deputati – verrebbe facilmente superata, con il Partito Conservatore nettamente in vantaggio in addirittura 220, mentre il Partito Liberale vedrebbe la sua rappresentanza parlamentare sostanzialmente dimezzata, con la vittoria in soli 64 distretti elettorali. Il Bloc Quebecois vincerebbe in 42 circoscrizioni, mentre l’Ndp eleggerebbe 15 deputati e i Verdi 2.
Nella foto in alto, l’entrata di un seggio elettorale (foto Elections Canada)
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