Canada

La maggioranza dei canadesi boccia la carbon tax

TORONTO – Il governo federale l’ha detto chiaro, e più volte: la carbon tax non si tocca. Ma cosa ne pensano i canadesi? Ha cercato di capirlo l’Angus Reid Institute attraverso un sondaggio condotto on line dal 20 al 22 marzo su un campione casuale di 1.602 adulti canadesi membri dell’Angus Reid Forum.

Dalla ricerca emerge che rispetto al novembre del 2023 la percentuale di canadesi che sostengono un aumento della carbon tax nella propria provincia è aumentata di sette punti, dal 15 al 22%: due aspiranti elettori su cinque per i Liberali, l’NDP e il Bloc Quebecois affermano che aumenterebbero l’imposta come previsto, mentre un numero simile afferma che la fermerebbero al livello attuale. Dati tutto sommato positivi per il governo federale di Justin Trudeau? No, secondo l’Angus Reid Institute, che nella sua analisi precisa che “questi potenziali sostenitori sono un gruppo molto più piccolo di quanto lo fossero l’anno scorso”. Infatti, “la stragrande maggioranza di coloro che sosterrebbero i Conservatori taglierebbero le tasse (75%) o almeno le abbasserebbero (9%)”. E, com’è noto, i Conservatori sono in testa nelle intenzioni di voto con un margine di quasi due a uno sui Liberali al governo. Il che significa che la stragrande maggioranza dei canadesi è contraria all’aumento della carbon tax, e pure alla carbon tax in sé. Infatti, al di là dell’appartenenza politica, secondo il sondaggio il 40% dei canadesi interpellati abolirebbe del tutto la carbon tax, l’11% la abbasserebbe e il 27% la manterrebbe allo stesso livello (e, dicevamo, il 22% confermerebbe l’aumento deciso dal governo Trudeau).

Accanto al piccolo aumento del sostegno all’aumento o, almeno, al mantenimento dell’imposta c’è una maggiore consapevolezza da parte dei canadesi dei benefici che ricevono sotto forma di sconti. Nel contesto del rebranding del “Canada Carbon Rebate”, il numero di canadesi che sono certi di ricevere il beneficio (+7) o pensano di riceverlo (+2) sono entrambi aumentati rispetto ai dati raccolti a novembre. Però, sebbene la consapevolezza sia aumentata, una pluralità di canadesi ritiene ancora di non incassare quanto paga (44%). C’è stato, tuttavia, un aumento di cinque punti in percentuale nel numero di coloro che affermano di vedere un beneficio netto dal programma (dal 14% al 19%).

Ecco altri risultati-chiave del sondaggio effettuato dall’Angus Reid Institute: la maggior parte dei canadesi attualmente afferma che le preoccupazioni sul costo della vita (56%) dovrebbero avere più peso sulle preoccupazioni relative al cambiamento climatico (31%) quando si formula la politica economica; le critiche alla carbon tax sono motivate dalla sensazione che sia inefficace nel ridurre le emissioni di gas serra del Canada (lo afferma il 68%); due canadesi su cinque (40%) affermano che la carbon tax sta rendendo la loro vita “molto” più costosa, mentre un quarto (26%) afferma che sta aumentando “ un po’ ” il costo della vita e soltanto il 4% afferma che sta facendo risparmiare denaro.

La carbon tax continua a restare al centro del dibattito politico: la scorsa settimana, con l’aiuto del Bloc Québécois e dell’NDP, i Liberali di Justin Trudeau sono “sopravvissuti” ad una mozione di sfiducia che i parlamentari conservatori speravano avrebbe portato alle elezioni anticipate, visto che i sondaggi li danno per favoritissimi.

Iniziativa distintiva del governo liberale, la carbon tax è stata sottoposta per mesi a controlli intensivi, pressioni e sostegno in calo, specie in vista del 1° aprile quando scatterà un altro aumento annuale del balzello.

Altri dati, sempre provenienti dall’Angus Reid Institute, rilevano che gli sforzi del governo liberale per pubblicizzare e comunicare meglio il programma relativo alla carbon tax potrebbero essere d’aiuto. Ma forse è troppo tardi.

La ricerca completa è consultabile cliccando qui: 2024.03.24_Carbon_Tax_Final

Nella foto in alto, il primo ministro Justin Trudeau in uno screenshot da un video pubblicato sul canale YouTube @CanadianPM 

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