Italia

Centrodestra a valanga,
FdI fa il pieno di seggi

ROMA – Una maggioranza schiacciante del Centrodestra, sia alla Camera che al Senato. Con un esercito di deputati e senatori in quota Fratelli d’Italia. È il nuovo quadro del Parlamento italiano, che esce stravolto dalle ultime elezioni politiche. La coalizione guidata dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, conquista 235 seggi alla Camera (su un totale di 400) e 112 al Senato (su un totale di 200). Alle opposizioni restano davvero le briciole. Ma vediamo i dati più in dettaglio, mentre manca ancora una manciata di sezioni da scrutinare (mentre scriviamo, sono state scrutinate 60.375 sezioni su 60.399): davvero pochissime per cambiare risultati ormai definitivi.

CAMERA DEI DEPUTATI

Centrodestra 43,79% 235 seggi alla Camera (la maggioranza è 201, su un totale di 400 deputati). In dettaglio: Fratelli d’Italia (25,99%) seggi 69; Lega (8,77%) seggi 23; Forza Italia (8,11%) seggi 22; Noi Moderati – Lupi – Toti – Brugnaro – Udc (0,91) seggi 0. Candidati uninominali eletti: 121.

Centrosinistra 26,13% 80 seggi alla Camera. In dettaglio: Pd (19,07%) seggi 57; Verdi e Sinistra Italiana (3,63%) seggi 11; +Europa (2,83%) seggi 0; Impegno Civico Luigi Di Maio (0,60%) seggi 0. Candidati uninominali eletti: 12.

Gli altri partiti Movimento 5 Stelle (15,43%) seggi 51 (di cui 10 uninominali); Azione – Italia Viva (7,79%) seggi 21; Italexit (1,90) seggi 0; Unione Popolare De Magistris (1,43%) seggi 0; Italia Sovrana e Popolare (1,24%) seggi 0; Sud Chiama Nord (0,76%) seggi 1 (uninominale); Vita (0,72%) seggi 0; Sudtiroler Volkspartei Svp (0,42%) seggi 3 (di cui 2 uninominali); Mastella Noi Di Centro Europeisti (0,16%) seggi 0; Partito Comunista Italiano (0,09%) seggi 0; Partito Animalista – Ucdl – 10 Volte Meglio (0,08%) seggi 0; Alternativa per l’Italia – No Green Pass (0,06%) seggi 0; Partito della Follia Creativa (0,01%) seggi 0; Free (0,00%) seggi 0; Forza del Popolo (0,00%) seggi 0.

SENATO

Centrodestra 44,02% 112 seggi al Senato (la maggioranza è 101, su un totale di 200 senatori). In dettaglio: Fratelli d’Italia (26,01%) seggi 34; Lega (8,85%) seggi 13; Forza Italia (8,27%) seggi 9; Noi Moderati – Lupi – Toti – Brugnaro – Udc (0,89) seggi 0. Candidati uninominali eletti: 56.

Centrosinistra 25,99 39 seggi al Senato. In dettaglio: Pd (18,96%) seggi 31; Verdi e Sinistra Italiana (3,53%) seggi 3; +Europa (2,94%) seggi 0; Impegno Civico Luigi Di Maio (0,56%) seggi 0. Candidati uninominali eletti: 5.

Gli altri partiti Movimento 5 Stelle (15,55%) seggi 28 (di cui 5 uninominali); Azione – Italia Viva (7,73%) seggi 9; Italexit (1,87) seggi 0; Unione Popolare De Magistris (1,36%) seggi 0; Italia Sovrana e Popolare (1,12%) seggi 0; Sud Chiama Nord (0,99%) seggi 1 (uninominale); Vita (0,71%) seggi 0; Partito Comunista Italiano (0,26%) seggi 0; Mastella Noi Di Centro Europeisti (0,16%) seggi 0; Alternativa per l’Italia – No Green Pass (0,15%) seggi 0; Partito Animalista – Ucdl – 10 Volte Meglio (0,06%) seggi 0; Partito Comunista dei Lavoratori (0,02%) seggi 0; Destre Unite (0,01%) seggi 0; Forza del Popolo (0,00%) seggi 0.

Col senno di poi… Piccola annotazione: se il Centrosinistra si fosse presentato unito (Pd con gli attuali alleati più Azione – Italia Viva e M5S) avrebbe ottenuto il 49,35%. Praticamente avrebbe stravinto.

Affluenza ai minimi storici Alle elezioni per il rinnovo del Senato e della Camera ha votato il 63,91% degli aventi diritto: si tratta del dato più basso mai registrato per le politiche in Italia. L’affluenza definitiva si è quindi attestata al 63,91%, nove punti più bassa di quella registrata nel 2018. Rispetto al 2018, fra le regioni che registrano il minor calo dell’affluenza ci sono Lazio, Lombardia, Sicilia (dove però si è votato anche per le elezioni regionali), Toscana e Friuli Venezia Giulia. Relativamente alta l’affluenza anche in Emilia Romagna, mentre i dati più bassi si registrano in Campania, Sardegna e Calabria. Alle precedenti politiche invece era stato proprio il Sud a trainare i dati di affluenza rispetto al passato.

Cosa succede ora? Cosa succederà da oggi in poi? La prima data importante è il 13 ottobre, giorno in cui si riuniranno per la prima volta le nuove Camere, assottigliate dalla recente riforma costituzionale: 400 deputati e 206 senatori (compresi i sei a vita). L’articolo 61 della Costituzione prevede infatti che i due rami del Parlamento vengano convocati “non oltre il ventesimo giorno” dal voto. Dunque il 13 ottobre, dopo aver dato vita ai gruppi parlamentari, i partiti dovranno scegliere, come primo atto, i nomi dei presidenti di Camera e Senato: un voto che di fatto indica una maggioranza e prelude ad un accordo di massima sul governo. Una volta eletti i vertici del Parlamento, prenderanno il via le consultazioni del Capo dello Stato che chiamerà al Quirinale i capigruppo, i leader delle coalizioni, gli ex presidenti delle Camere e i presidenti emeriti della Repubblica per capire quali siano gli orientamenti prima di affidare l’incarico a formare il nuovo esecutivo. Qui, solitamente, entra in gioco il responso che uscirà dalle urne. Se l’esito è chiaro come in questo caso, l’incarico sarà pieno, il o la prescelto/a si presenterà dopo pochi giorni con una lista di ministri. Una volta che chi è stato incaricato avrà concordato la lista dei ministri con il Colle, il governo potrà giurare al Quirinale e a quel punto si riterrà formalmente insediato. Poi, però, entro 10 giorni, dovrà ottenere la fiducia dai due rami del Parlamento. Solo a questo punto, l’Esecutivo sarà nel pieno dei propri poteri.

Nella foto  in alto, il popolo del Centrodestra – in particolare di Fratelli d’Italia – in festa (dal profilo twitter di Giorgia Meloni)

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