Canada

Interferenze straniere su mp: governo liberale nel mirino

TORONTO – Il governo liberale ancora nel mirino sul fronte delle interferenze straniere. L’esplosivo rapporto della commissione parlamentare sulla Sicurezza Nazionale e Intelligence (NSICOP), che ha certificato come un numero imprecisato di deputati abbia agito attivamente a favore di Paesi stranieri, ha provocato una bufera politica a Ottawa, anche per la decisione da parte del presidente della commissione stessa David McGuinty di non divulgare i nomi dei parlamentari coinvolti. Mercoledì il leader dell’opposizione Pierre Poilievre ha chiesto all’esecutivo guidato da Justin Trudeau di fare rendere pubblici i nomi, una richiesta respinta dal governo.

“La commissione parlamentare sulla Sicurezza Nazionale e Intelligence – ha dichiarato Poilievre durante il Question Pieriod – indica che ci sono membri di questa Camera che hanno consapevolmente lavorato per governi stranieri ostili. I canadesi hanno il diritto di sapere chi e quali sono le informazioni. Chi sono?”.

A difendere con forza la decisione del governo è stato Dominic LeBlanc, che ieri ha spiegato le ragioni di questa scelta. “Il leader dell’opposizione sa molto bene che nessun governo, incluso il governo di cui era membro, discuterà pubblicamente le particolarità delle informazioni di intelligence. Quindi lui sa meglio di così”. Il ministro per gli Affari Intergovernativi, inoltre, ha suggerito a Poilievre di passare attraverso il processo per ottenere un nulla osta di sicurezza in modo da poter rivedere le informazioni riservate citate nel rapporto. “Sarebbe molto più informato di quanto non lo sia ora e lo inviteremmo a farlo, in modo che non si alzi in piedi e getti calunnie infondate alla Camera dei Comuni senza alcuna informazione”. LeBlanc ha aggiunto che i rapporti dell’intelligence possono contenere informazioni non verificate che non forniscono un quadro completo. “Spetta all’Rcmp indagare e formulare accuse se giustificato, poiché è così che funzionano le cose in una democrazia e in uno Stato di diritto”.

Nel frattempo la stessa Rcmp ha confermato di aver aperto un’indagine per fare luce su quanto è emerso nel rapporto. La polizia federale, in un comunicato stampa, afferma di essere “consapevole” di una “ampia” gamma di informazioni di intelligence che esaminano i parlamentari che presumibilmente hanno lavorato per Paesi stranieri.

“L’Rcmp può confermare che ci sono indagini su una vasta gamma di interferenze straniere in Canada, comprese le questioni che si intersecano con le istituzioni democratiche”, si legge nella dichiarazione.

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