Canada

Intenzioni di voto:
conservatori ancora
in netto vantaggio,
crollo di Trudeau

TORONTO – Conservatori in fuga, liberali in caduta libera, neodemocratici stabili. L’istantanea scattata dal sondaggio della Spark Advocacy conferma per filo e per segno quanto è stato registrato dalle indagini demoscopiche degli ultimi sei mesi in Canada. I rapporti di forza tra i partiti federali hanno subito un profondo mutamento rispetto alle ultime elezioni del 2021 e il Partito Conservatore si conferma come il grande favorito in vista del voto del prossimo anno.

\Secondo Spark Advocacy se si votasse in questo momento la forza politica guidata da Pierre Poilievre raggiungerebbe quota 40 per cento, un valore che grazie alla distribuzione del consenso in tutto il Paese garantirebbe ai tory di avere una abbondante maggioranza alla House of Commons. Ci sarebbe quindi uno strappo netto rispetto alle ultime due tornate elettorali, quando i liberali vinsero senza però avere una maggioranza assoluta alla Camera.

Stando al sondaggio, il Partito Liberale del primo ministro Justin Trudeau in questo momento non supererebbe il 26 per cento delle intenzioni di voto, mentre l’Ndp guidato da Jagmeet Singh continuerebbe a vivacchiare al 19 per cento, non lontano quindi dai deludenti risultati registrati nel 2019 e 2021. I neodemocratici non riescono a capitalizzare sulle difficoltà del primo ministro, mentre il vero esodo elettorale lo vediamo dai liberali verso i conservatori.

I risultati della Spark Advocacy sono in linea con quelli degli ultimi sondaggi realizzati nel mese di dicembre. In tutte le 11 indagini demoscopiche effettuate il mese scorso i conservatori godono di un netto vantaggio sui grit. La forbice va da un più 18 per cento registrato dalla Mainstreet Research il 9 dicembre a un più 10 per cento riscontrato dalla Leger il 17 dicembre. In ogni caso siamo di fronte a vantaggi sempre in doppia cifra e a un crollo in verticale della popolarità del primo ministro, al potere dal 2015.

Nello studio della Spark Advocacy, inoltre, al campione degli intervistati è stato anche chiesto un giudizio sui singoli leader sulla base di alcune tematiche. Ebbene, anche in questo frangente il primo ministri non ne esce benissimo, a conferma di come sia presente un malcontento strisciante nei suoi confronti all’interno dell’elettorato canadese. Il 42 per cento degli intervistati ritiene che Trudeau abbia “un ego smisurato”, rispetto al 30 per cento che bolla Poilievre allo stesso modo. Il 36 per cento del campione pensa che Trudeau sia un politico divisivo, mentre solo il 17 per cento degli elettori ritiene che il primo ministro si stia focalizzando su tematiche ritenute importanti. Allo stesso modo, solo il 17 per cento degli intervistati pensa che Trudeau stia agendo per interessi del Canada, con il restante 83 per cento che dà un giudizio negativo sul suo operato e sulla sua agenda di governo.

Insomma il quadro che ne esce non è dei più rassicuranti per il leader liberale, nel bel mezzo della polemica politica sulle controverse vacanze fatte in Giamaica e sulle relative spese.

Ora, resta da capire se in questo contesto politico il patto di legislatura siglato nella primavera del 2022 dallo stesso Trudeau e dal leader ndippino Singh sarà in grado reggere agli inevitabili scossoni dei prossimi mesi. La base neodemocratica continua a rumoreggiare, la chiave di volta sarà inevitabilmente il prossimo Budget primaverile, dove l’Ndp ha già messo sul tavolo alcune richieste che saranno la precondizione necessaria per il via libera alla House of Commons. Ricordiamo che il governo di minoranza liberale sopravvive solamente grazie all’appoggio esterno dei neodemocratici. I conservatori, invece, continuano a spingere per le elezioni anticipate.

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