Canada

Il patto di legislatura traballa:
pressing sul Pharmacare
Singh, giù consenso

TORONTO – L’Ndp potrebbe far saltare il patto di legislatura con i liberali nel caso in cui non si arrivasse alla tanto attesa riforma sul Pharmacare. È questo il messaggio che arriva dritto al primo ministro Justin Trudeau dalla convention dell’Ndp federale a Hamilton, un monito che si è concretizzato con la risoluzione approvata a larga maggioranza dai delegati che chiedono un maggiore impegno dell’esecutivo su questo delicato fronte. Jagmeet Singh, che ha superato la review della sua leadership con qualche affanno di troppo (via libera dall’81 per cento dei delegati) dovrà ora concretizzare quanto chiesto dalla base neodemocratica, che sin dall’inizio ha maldigerito l’accordo siglato dallo stesso Singh con il primo ministro nella primavera del 2022 che garantisce la sopravvivenza del governo di minoranza liberale fino alle prossime elezioni, in programma nell’autunno del 2025.

“La realtà – ha dichiarato Singh nel suo intervento finale – è che i liberali agiscono solo quando i neodemocratici li costringono. È così che abbiamo ottenuto Medicare. Ed è così che vinceremo anche sul fronte dell’assistenza farmaceutica”.

I liberali, nella loro piattaforma programmatica del 2019, hanno fatto campagna elettorale promettendo di implementare l’assistenza farmaceutica universale nazionale. Impegni simili sono apparsi nei discorsi del trono e nelle lettere di mandato al ministro federale della Sanità.

Un gruppo di esperti nominato dai liberali ha raccomandato nel 2019 la creazione di un sistema farmaceutico pubblico universale e a pagamento unico in Canada per sostituire l’attuale mosaico di piani di farmaci da prescrizione dei medicinali.

Il comitato, guidato dall’ex ministro della salute dell’Ontario Eric Hoskins, ha riferito che un tale piano farebbe risparmiare ai canadesi circa 5 miliardi di dollari all’anno.

Una prima bozza del disegno di legge liberale sull’assistenza farmaceutica è stata respinta dall’Ndp i la scorsa settimana, mentre l’orologio ticchetta a meno di due mesi dall’attuale sessione parlamentare.

I delegati durante la convention hanno chiesto a Singh di essere più incisivo e meno lassista nei confronti del primo ministro e del governo liberale.

Come dicevamo, Singh ha ricevuto l’81 per cento dei voti per la sua riconferma alla leadership, nettamente in calo rispetto alle review del 2021 – quando prese l’87 per cento dei voti – e del 2018, quando ricevette il sostegno del 91 per cento dei delegati.

Quello ricevuto nel weekendè stato il voto di fiducia più basso per un leader dell’Ndp dai tempi di Tom Mulcair, che venne respinto da più della metà dei delegati alla convention del partito del 2016 a Edmonton: il voto provocò le dimissioni dello stesso Mulcair.

Jagmeet Singh a Hamilton (foto profilo X dell’Ndp)

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