Esteri

Giorgia Meloni a Washington,
per i media americani
è “la star dell’estrema destra”
ma “sa muoversi bene”

WASHINGTON – L’arrivo a Washington di Giorgia Meloni è una notizia per gli americani, Perché non è la solita visita del solito leader, ma la prima visita del primo premier italiano di Destra (e non di Centrodestra) dal dopoguerra.

“La star dell’estrema destra”, la definisce il Washington Post, in un lungo articolo di presentazione su chi sia questa leader cresciuta in una fucina politica post-fascista e divenuta leader dei Conservatori europei, sostenitrice del patto atlantico e della resistenza ucraina contro l’invasione russa.

E poi ancora, in un altro articolo successivo al primo: “Biden darà il benvenuto all’italiana Meloni nonostante le sue tendenze di estrema destra” (nella foto sopra).

Nel primo articolo (uscito l’altro ieri), che è una lunga “radiografia” della presidente del Consiglio, il giornale del Watergate – come evidenzia il quotidiano italiano La Stampa – si sofferma su aspetti più controversi, atteggiamenti tipici dei leader sovranisti e populisti di destra. Sulla difesa dei diritti Lgbtq, sulla consapevolezza e la convinzione della lotta al cambiamento climatico e sul rapporto con i giornalisti. E nell’articolo si fa riferimento anche al fatto che «il governo Meloni è accusato di aggressive campagne contro i giornalisti di sinistra in Rai» e «ha fatto causa ad altri giornalisti». Come Roberto Saviano, che è finito a processo per le denunce della stessa Meloni e del vicepremier leghista Matteo Salvini, che accusano Saviano di diffamazione (Saviano aveva definito la Meloni “bastarda”).

Il Washington Post fa comunque notare che, grazie al sostegno incondizionato alla causa ucraina, Meloni è «entrata nel club ristretto dei leader di estrema destra invitati alla Casa Bianca da Joe Biden» (a differenza del brasiliano Jair Bolsonaro o dell’ungherese Viktor Orban). Anzi: come si evidenzia nel secondo articolo, uscito ieri a firma di Meryl Kornfield, si ricorda come il rapporto fra Meloni e Biden si sia rafforzato nel corso del tempo: durante il loro primo incontro – al vertice del G20 lo scorso novembre a Bali – la loro conversazione è durata più del previsto. Al vertice del G7 lo scorso maggio a Hiroshima, poi, alcuni sono rimasti sorpresi quando le foto hanno catturato i due che si tenevano per mano. In un altro incontro, fra i leader della NATO, si sono scambiati un abbraccio. E sulla visita in programma ieri/oggi, rivela il Washington Post, il coordinatore del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, ha dichiarato che “il presidente Biden attende con impazienza la discussione”.

“I diplomatici – scrive ancora il quotidiano americano – affermano che Biden e Meloni probabilmente eviteranno un’enfasi pubblica sui loro disaccordi politici, sebbene tali differenze in un certo senso incomberanno sugli eventi della giornata. Il governo Meloni, che comprende diversi tizzoni di estrema destra, ha imposto restrizioni sui diritti dei genitori delle coppie dello stesso sesso e ha revocato i requisiti per il vaccino contro il coronavirus per gli operatori sanitari”.

L’articolo del Washington Post si conclude con le dichiarazioni di Stefano Stefanini, membro anziano del Consiglio Atlantico ed ex consigliere diplomatico del presidente italiano Giorgio Napolitano. “Da quando è entrata in carica, la Meloni ha dato notevoli contributi agli sforzi internazionali per sostenere l’Ucraina e fornire aiuti alla Tunisia. Ha anche segnalato la volontà di ritirarsi dal programma infrastrutturale ‘Belt and Road’ della Cina, una mossa che senza dubbio farebbe piacere a Washington. La Meloni è un work in progress come statista, ma ha dimostrato una personalità internazionale più forte del previsto”.

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