Canada

Garneau: “1.250 cittadini canadesi
ancora bloccati in Afghanistan”

OTTAWA – Centinaia di cittadini canadesi, residenti permanenti e familiari rimangono in Afghanistan: lo ha rivelato ieri il ministro degli Esteri, Marc Garneau, mentre il governo federale ha annunciato l’intenzione di reinsediare 5.000 afghani già portati fuori dal Paese dagli Stati Uniti. “La cosa principale che dovevamo capire era quanti cittadini canadesi o residenti permanenti e membri della famiglia fossero in grado di salire su alcuni dei voli dei nostri alleati”, ha detto Garneau durante una conferenza stampa svoltasi ieri. “Stimiamo che al momento ci siano circa 1.250 cittadini canadesi o residenti permanenti o familiari che si trovano in Afghanistan”.

La conferenza, alla quale ha partecipato anche il ministro Marco Medicino, ha seguito il ritiro di tutte le truppe americane dall’Afghanistan lunedì, al termine di una guerra durata vent’anni anni e costata miliardi di dollari e decine di migliaia di vite, comprese quelle di oltre 150 soldati e civili canadesi. Con gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi occidentali fuori dall’Afghanistan, il destino di coloro che sono rimasti indietro rimane incerto. Il Canada e altri alleati stanno spingendo i talebani a consentire a chiunque abbia documenti di viaggio validi di lasciare l’Afghanistan, ha detto Garneau, con la speranza che l’aeroporto di Kabul possa presto riaprire sotto il controllo civile. Mentre i talebani hanno già preso tale impegno, “li giudicheremo dalle loro azioni, non dalle loro parole”, ha detto Garneau. “Agli afghani con documenti di viaggio verso altri Paesi deve essere consentito di spostarsi in sicurezza e liberamente senza interferenze. Il Canada e i suoi alleati sono fermi su questo punto”.

La fine dei voli di evacuazione degli Stati Uniti e degli alleati da Kabul ha lasciato i veterani canadesi, i sostenitori dei rifugiati e altri a considerare i prossimi passi per proteggere centinaia di ex interpreti e personale locale, nonché le loro famiglie che rimangono bloccate nel Paese: fra le alternative, c’è il rischioso viaggio verso il vicino Pakistan. “Parleremo con il Pakistan per dire loro che se qualcuno arriva a quel confine o in altri Paesi vicini, vorremmo che facilitassero il loro ingresso”, ha sottolineato Garneau.

Il governo liberale è stato criticato per non aver agito abbastanza velocemente per salvare gli afghani che hanno aiutato il Canada durante la sua missione militare: lo speciale programma di immigrazione annunciato qualche settimane fa e relativo all’ingresso in Canada di 20mila afghani è stato afflitto da problemi burocratici e tecnici, ma Mendicino ha difeso il governo affermando che “i funzionari dell’immigrazione canadesi stanno continuando a elaborare le domande il più rapidamente possibile nella speranza che le persone possano arrivare in Canada”.

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