TORONTO – Test rapidi alle Province e ai Territori, rinnovo dei programmi di sostegno per le famiglie, i lavoratori e le imprese canadesi. Ad annunciarlo sono stati ieri Justin Trudeau e Christya Freeland, in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di una lunga lista di ministri federali e del Chief Medical Officer Theresa Tam.
Quello di ieri è stato il primo incontro dell’anno con la stampa per il leader liberale e la vice prima ministra, un’occasione per fare il punto della situazione in questa difficile fase della pandemia. È ovviamente Omicron e la minaccia che la nuova variante rappresenta in tutto il Paese a tenere banco. “Nessuno di noi – ha dichiarato il primo ministro – si sarebbe voluto trovare in questa situazione, con nuove restrizioni, con il nostro settore sanitario minacciato dai nuovi casi e, in molte province, con le scuole chiuse e ancora una volta la didattica a distanza”.
Ma allo stesso tempo – è questo il ragionamento di Trudeau – i canadesi in questi due anni sono stati in grado di reggere il peso della pandemia e anche ora ci sono dei motivi per sperare in un progressivo miglioramento della situazione in futuro. Innanzitutto le vaccinazioni – Trudeau tra l’altro ha ricevuto la terza dose pochi giorni fa – stanno procedendo a marcia spedita in tutto il Paese, anche per gli adolescenti e i bambini. Questo – ha sottolineato il primo ministro – rappresenta un aspetto incoraggiante, perché con l’aumento delle immunizzazioni si fa un ulteriore passo avanti verso la fine della pandemia di Covid-19.
Con lo “tsunami di casi” registri in Ontario, in Quebec e in molte alte province, le amministrazioni locali fanno fatica a testare la popolazione: ecco allora che uno strumento prezioso per contrastare l’avanzata del contagio è rappresentato dai test antigenici.
Ieri Trudeau ha annunciato che a gennaio il governo federale distribuirà alle Province e ai Territori in tutto 140 milioni di test rapidi su base proporzionale, tenendo conto della singola popolazione di ogni ente locale. Si tratta – ha sottolineato il leader liberale – di un grande sforzo da parte dell’esecutivo di Ottawa, visto che rispetto al mese scorso le forniture saranno quadruplicate: a dicembre infatti il governo federale aveva consegnato alle Province 35 milioni di test antigenici.
A dare maggiori dettagli sulla consegna e la distribuzione di questi kit ci ha pensato il ministro federale della Sanità. “Le forniture in questione – ha sottolineato Jean-Yves Duclos – sono già in viaggio e le consegne stanno avvenendo in questo momento. Vi terremo informati non appena ci saranno delle altre novità su questo fronte”.
Per quanto riguarda la situazione della curva epidemiologica in Canada, a fare il punto è stata la Tam. “Abbiamo assistito a un’ondata di casi di Omicron in tutto il mondo e il Canada non è stato immune”. Secondo la Chief Medical Officer federale, nonostante molte province non siano più in grado di testare tutti i potenziali casi di covid-19, le autorità sanitarie saranno in grado nelle prossime settimane di inquadrare correttamente l’incidenza del contagio alimentato dalla variante Omicron.
Da Trudeau, infine, un messaggio ai no vax che ancora resistono e non si vogliono fare vaccinare. “Mi rivolgo a voi: non è mai troppo tardi. È davvero frustrante dover vedere pazienti malati di cancro non poter ricevere la propria cura perché i letti degli ospedali sono occupati da persone non vaccinate. È frustrante vedere lockdown e restrizioni attivate perché ci sono ancora tante persone che si rifiutano di vaccinarsi. Ma ripeto, anche adesso non è troppo tardi per ricevere la prima dose del vaccino”.
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