Interviste

Elezioni a Toronto,
intervista ad Anthony Perruzza:
“La mia Toronto sarà più smart”

Continua la nostra serie di interviste ai candidati in lizza per l’elezione a sindaco di Toronto. I candidati sono 102 e non saremo in grado di dare a tutti loro la copertura che potrebbero desiderare. Proponiamo, ma non ci limitiamo, di intervistare candidati interessati che “i sondaggi” suggeriscono possano raccogliere almeno il 4% dei voti.

TORONTO – Una smart city, con soluzioni semplici per grandi problemi. Ma, prima di tutto, niente più soldi dei torontini alla Provincia: “Con me sindaco, i 2,2 miliardi di dollari che diamo ogni anno al governo provinciale rimarranno qui, a Toronto. Io non li do più tutti quei soldi alla Provincia”.

Anthony Perruzza, candidato sindaco di Toronto, inizia la nostra intervista chiarendo che si batterà per Toronto e per i torontini per rendere la città più sicura, accessibile e smart. E meno povera, in termini di budget.

Ha molta esperienza all’interno del Municipio. 63 anni, Anthony è nato in Italia e si è trasferito in Canada all’età di nove anni. È cresciuto in una famiglia della classe operaia a North York; diventato falegname da adolescente, si è fatto strada pagandosi con il lavoro l’Università dove ha studiato storia e scienze politiche, alla York University. Fa parte del Toronto City Council dal 2006 (attualmente rappresenta il Ward 7 Humber River – Black Creek); è stato consigliere per North York dal 1988 al 1990 e ha prestato servizio nell’Assemblea Legislativa dell’Ontario dal 1990 al 1995 come membro del New Democratic Party (NDP). Ora Perruzza è candidato sindaco di Toronto.

Sicurezza: nelle strade, sugli autobus della TTC, nelle stazioni della metropolitana, le persone non si sentono più al sicuro. Ha un piano per rendere la città più sicura?

“La sicurezza è un tema importante, senza ombra di dubbio: è un grosso problema per tutti noi, le persone hanno bisogno di e vogliono sentirsi al sicuro. E soprattutto adesso la sicurezza è legata al trasporto pubblico: nella TTC stiamo vivendo una sorta di ondata di violenza negli ultimi anni, soprattutto da quando siamo usciti dalla pandemia. Penso che potrebbe essere utile estendere il ‘programma degli agenti di vicinato’ alla TTC, ma la soluzione non può essere solo la Polizia, a causa del tipo di persone che fanno parte del ‘sistema’. Con questo intendo dire che la nostra città si sta spostando in un’altra area critica, l’area della salute mentale… abbiamo a che fare con problemi di disagio mentale in un modo molto più ampio rispetto al passato. Ed occuparsi della salute mentale è molto importante ma anche molto costoso: abbiamo bisogno di risorse per essere in grado di affrontare questa emergenza. Ma, per la sicurezza nei nostri quartieri, possiamo fare tante cose semplici che non costano molto: aumentare l’illuminazione, per esempio. Vengo da un distretto, Jane e Finch, dove abbiamo avuto molti problemi per quanto riguarda la sicurezza. A volte basta apportare semplici migliorie a spazi e luoghi come i parchi, i vicoli… qualche attenzione in più può rendere questi luoghi più sicuri per le persone. E poi dobbiamo ascoltare di più: consentire ai residenti nei quartieri di decidere come vengono spesi i soldi, per esempio. Loro sanno di cosa hanno bisogno i loro quartieri. E permettetemi di aggiungere un’altra cosa: anche aiutare le famiglie è legato alla sicurezza. Dobbiamo fare qualcosa per loro, a cominciare dal doposcuola a sostegno ai genitori”.

Un altro grosso problema è il traffico: guidare in questa città è una roba da pazzi…

“Due cose. In primo luogo, dobbiamo avere una TTC che funzioni molto meglio. Tagliare i servizi oppure aumentare le tariffe, no, non se ne parla neanche. Dobbiamo, piuttosto, considerare la TTC come un servizio pubblico: deve essere finanziato dal pubblico, da tutti, perché se io guido un’auto, ogni persona che sale sulla TTC lascia a me uno spazio sulla strada e quindi tutti dovremmo contribuire a questo: per avere servizi migliori, più affidabili e convenienti. La seconda cosa: cantieristica stradale più intelligente. Quello che non facciamo e che invece dovremmo fare è: costringere chi vince gli appalti a mostrarci come occuperanno gli spazi pubblici nelle strade. Spesso scavano su entrambi ai lati della strada: hanno grandi macchine, tante attrezzature e materiali, tutto stoccato per strada, anche se ci sono poche persone a lavorare in cantiere. E sarà così per tutta la durata del progetto. Possiamo cambiare questo sistema: innanzitutto, possono immagazzinare le loro macchine, le loro attrezzature, tutti i materiali da costruzione in un altro luogo (un parco vicino o uno spazio in affitto lontano dalla strada), per mantenere la via libera; inoltre, possono lavorare prima su un lato della strada e solo quando il lavoro è finito iniziano dall’altro lato; infine, quando devono lavorare in mezzo alla strada, possono farlo a partire dalle 19 fino alle 7, durante la notte. Soluzioni semplici, insomma, per avere un impatto minimo sul traffico. Ma dobbiamo mettere tutte queste cose nei contratti, chiedendo ai costruttori: mi mostrate prima come farete il lavoro e se non lo fate come promesso nel contratto, avrete delle penali. Ed ai costruttori che non specificano come organizzeranno il lavoro, diciamo: ‘avanti il prossimo’. Insomma, la parola-chiave è: smart. Agile, intelligente. Con piccole cose, senza spendere tanti soldi e senza grandi cambiamenti, possiamo risolvere questo problema”.

I prezzi delle case sono pazzi: ha un piano per alloggi a prezzi accessibili?

“Sono l’unico ad avere un piano. Senza usare i soldi del Comune, soldi che il Comune non ha e non avrà mai. Gli altri candidati parlano di milioni di dollari per i loro piani abitativi: ripeto, soldi che la City non avrà mai avere. Il mio piano è adottare una soluzione abitativa intelligente che già funziona: il Quad presso la York University. Questo piano è semplice: fornire i terreni della Città di Toronto (compresi quelli attualmente assegnati a “Housing Now”) con contratti di locazione a lungo termine; garantire ulteriori risparmi sui costi per i costruttori attraverso agevolazioni fiscali sulla proprietà e sulle tasse comunali; coinvolgere CMHC (Canada Mortgage and Housing Corporation) per garanzie di prestito per ridurre ulteriormente i costi di costruzione. In questo modo, possiamo costruire rapidamente alloggi veramente convenienti e fornire singole unità a meno di $ 1000 / mese. E sono appartamentini costruiti con materiali durevoli; sono unità piccole ma straordinarie. Questo piano è flessibile: può essere portato avanti e gestito da operatori privati ​​o dal settore pubblico. L’attuale programma, ‘Housing Now’, ha cercato di sfruttare le unità abitative a prezzi accessibili attraverso aumenti di densità, ma non funziona. Il mio piano, invece, funzionerà; è l’unico possibile, senza soldi del Comune”.

Ascoltando tutti i candidati, sembra che John Tory non abbia fatto un buon lavoro, perché questa città ha molti problemi. La domanda è: perché nessuno si è mai lamentato prima di questa campagna elettorale?

«Non ero d’accordo con molte decisioni delle precedenti amministrazioni. Ad esempio, non ho mai sostenuto ‘SmartTrack’ (il progetto per la costruzione di nuove stazioni di transito, ndr). Non l’ho mai votato. E non ero d’accordo quando John Tory è arrivato con la proposta di riallineare la Gardiner Expressway: ho sempre pensato che fosse troppo vicina al lago, non aveva senso. Potrei fare molti altri esempi. Storicamente, sono stato in aula con quattro sindaci diversi ed un premier quando hanno preso decisioni sbagliate e quando hanno preso decisioni buone: sono stato lì abbastanza a lungo per vedere quando sarebbero state prese decisioni sbagliate e ho detto no, non mi piace, quelllo io non lo voto”.

Cosa c’è di centrale nel programma di Anthony Perruzza?

“L’unica grande idea sul tavolo in questa campagna elettorale è la mia idea. Questa: raccogliamo 2,2 miliardi di dollari in denaro delle tasse sulla proprietà che in pratica restituiamo al governo provinciale ogni anno. La Città raccoglie tutti questi soldi, la Provincia se li prende. Abbiamo un deficit di 1,4 miliardi quest’anno e solo per recuperare l’inflazione si deve aumentare la tassa sulla proprietà. Non esiste. Quindi, l’unica idea sul tavolo è dire alla Provincia: ‘Senti, stiamo raccogliendo 2,2 miliardi di dollari ogni anno e devono restare qui, a Toronto, perché sono soldi dai torontini’. Non ha senso dare quei soldi alla Provincia; non c’è motivo per farlo. Quei soldi devono restare qui e, come sindaco, farò di tutto perché ciò accada. Non è un fatto giuridico, è un fatto politico. Se la Provincia vuole ottenere più soldi, dovrà farlo da sola. Non raccoglieremo i soldi dei torontoniani per la Provincia, non più”.

Utilizzerà i “super poteri” del nuovo sindaco?

“Penso che un sindaco abbia bisogno che la maggioranza delle persone sia d’accordo con lui, perché se governi con il sostegno di una minoranza e fai qualcosa con il sostegno di poche persone, probabilmente non dovresti farlo, perché la maggioranza delle persone non è d’accordo con te e con il tuo progetto. La leadership consiste nel portare le persone con te, non nell’avere persone che ti fanno perennemente la guerra, perché in questo modo non puoi fare le cose nel modo migliore. Io governerò secondo quella prospettiva”.

Anthony Perruzza al Corriere Canadese: da sinistra, Marzio Pelù, l’editore Joe Volpe, Mariella Policheni, Anthony Perruzza, Francesco Veronesi e Tony Lomuto (foto: Anthony Perruzza Staff)

ENGLISH VERSION: Toronto Mayoral Elections, Perruzza: “No Torontonians’ money anymore to the Province”

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