Canada

Sos per i canadesi bloccati
“Vi riporteremo a casa”

TORONTO – La domanda è: quanti canadesi sono ancora bloccati in Afghanistan? Il governo federale non lo rivelerà. “Motivi di sicurezza”.

“A causa della situazione della sicurezza in Afghanistan, Global Affairs non rivela il numero di canadesi registrati nel database della registrazione dei canadesi all’estero (Roca)”, si legge in una dichiarazione inviata per e-mail da un portavoce di Global Affairs Canada (Gac) a Global News, domenica sera.

E, soprattutto, non si sa se, come e quando tutte queste persone (e con loro i 20mila afghani che il governo ha annunciato, venerdì, di voler accogliere) potranno “sbarcare” in Canada. A molti, nei giorni immediatamente precedenti la presa di Kabul da parte dei talebani, era stato detto di recarsi all’ambasciata canadese della capitale afghana, ma al loro arrivo sono stati accolti da un edificio abbandonato: l’ambasciata, infatti, è stata chiusa. Mentre la situazione si faceva sempre più calda, infatti, il Canada ha interrotto le operazioni diplomatiche e ha portato via in fretta e furia il personale dell’ambasciata dal Paese, per poi chiuderla domenica. Ma molti di coloro che hanno aiutato le truppe canadesi durante la loro permanenza in Afghanistan, compresi gli interpreti e le loro famiglie, rimangono intrappolati nel Paese.

Ma in Canada si pensa soprattuto alle elezioni, da domenica. Il premier Justin Trudeau è stato criticato da altri partiti per aver scelto di indire le consultazioni proprio domenica, mentre i talebani scendevano a Kabul.

“La nostra democrazia e le nostre istituzioni democratiche sono abbastanza forti da essere in grado di garantire che, anche mentre svolgiamo questo importante lavoro per l’Afghanistan, siamo in grado di controllare e assicurarci che i canadesi abbiano la loro voce sulle questioni straordinariamente urgenti che devono affrontare qui, in questo Paese, in questo momento e per i prossimi anni”, ha detto Trudeau per replicare alle accuse.

“Siamo estremamente preoccupati per la situazione in Afghanistan e posso assicurarvi che i funzionari e i ministri continueranno a lavorare per la protezione dei canadesi e per far uscire i canadesi sani e salvi dall’Afghanistan e continuare a intensificare gli sforzi, come il Canada ha tante volte fatto in tutto il mondo per portare le persone al sicuro”, ha affermato Trudeau.

Ma le sue assicurazioni non gli hanno risparmiato critiche, anche da parte del leader conservatore Erin O’Toole. “È orribile vedere i talebani assicurarsi ancora una volta il controllo del Paese”, ha detto O’Toole. “Il Canada deve lavorare con i nostri alleati, e come governo difenderemo la dignità e i diritti umani, perché il signor Trudeau non l’ha fatto”.

Anche il leader dell’NDP Jagmeet Singh ha criticato il premier sulla tempistica delle elezioni. “Non le avrei indette”, ha dichiarato. E poi ha aggiunto: “Dispiegherei tutte le risorse possibili per far uscire dall’Afghanistan coloro che sono a rischio, fornire loro aiuto per evacuare non solo le persone direttamente colpite, ma anche le loro famiglie”.

La campagna elettorale è iniziata.

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