Canada

Sanità, sì dei premier
all’accordo-capestro

TORONTO – Alla fine, hanno ceduto. I premier canadesi hanno accettato la proposta di Ottawa, presentata la scorsa settimana dal primo ministro Justin Trudeau, di “iniettare” 46,2 miliardi di dollari in nuovi fondi alle Province ed ai Territori nell’arco di dieci anni per sostenere un sistema sanitario sempre più vacillante. Briciole, in realtà, se si divide la torta per il numero degli anni e dei “beneficiari”.

I premier si sono incontrati lunedì per discutere la proposta e l’hanno accettata, obtorto collo: adesso Ottawa terrà incontri bilaterali con Province e Territori per finalizzare gli accordi di finanziamento, con l’accordo che i premier “risponderanno agli elettori se l’iniezione di denaro non migliorerà il sistema sanitario”.

Ma, dicevamo, i premier non sono soddisfatti. “Per ora abbiamo accettato l’accordo e passeremo agli accordi bilaterali”, ha detto lunedì la premier del Manitoba, Heather Stefanson. “Ma riconosciamo che questa non è una soluzione a lungo termine per il finanziamento dell’assistenza sanitaria che è necessario nel nostro Paese”. Perché? La proposta di Ottawa include un’integrazione al Canada Health Transfer (CHT) e nuovi fondi diretti a quattro aree prioritarie: servizi sanitari per la famiglia, operatori sanitari e arretrati, salute mentale ed uso di sostanze ed un “sistema sanitario modernizzato”.

Per accedere al CHT potenziato, le Province devono prima impegnarsi a migliorare il modo in cui i dati sanitari vengono “raccolti, condivisi, utilizzati e segnalati ai Canadesi per promuovere una maggiore trasparenza sui risultati e per aiutare a gestire le emergenze sanitarie pubbliche”, ha spiegato il governo federale in un documento di riferimento fornito ai giornalisti. Il finanziamento per le priorità condivise dipenderà anche dalle Province e dai Territori che sviluppano “piani d’azione” che descrivono in dettaglio come questi fondi saranno spesi e come saranno misurati i progressi.

Premesso questo, la proposta di Ottawa include un aumento annuo del 5% al ​​CHT per i prossimi cinque anni. Successivamente, la “scala mobile” del CHT tornerà ad un aumento del tre percento ogni anno. Ciò è ben al di sotto di quanto i premier avevano richiesto, cioè un aumento annuale di 28 miliardi di dollari al CHT.

Insoddisfatti, dunque, i premier che hannno dovuto fare buon viaso a cattivo gioco, visto che la proposta messa sul tavolo da Justin Trudeau non era negoziabile. La Stefanson ha ribadito di essere “preoccupata per i tempi”, sottolineando che “non c’è alcuna garanzia che il finanziamento continui a fluire dopo dieci anni”. Motivo per cui il premier dell’Ontario, Doug Ford, aveva suggerito ai suoi colleghi durante la riunione di lunedì di chiedere al primo ministro almeno di estendere tali accordi oltre i dieci anni.

Ma il governo federale ha tirato diritto ed i ministri Jean-Yves Duclos (Sanità) e Dominic LeBlanc (Affari Intergovernativi) si sono già incontrati con i funzionari dei governi di Ontario, Nova Scotia, Terranova e Labrador per gli accordi bilaterali: a seguire, British Columbia, territori e praterie prima della fine della settimana. L’obiettivo del governo è di avere gli accordi in vigore prima del prossimo bilancio, che è previsto per marzo/aprile.

Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

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