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Sanità, fronte unico
dei ministri: “Più soldi”

TORONTO – Fronte unico dei ministri provinciali e territoriali della Salute per chiedere più finanziamenti federali per la sanità canadese che, fra carenze di personale e mancanza di medici di famiglia, è letteralmente in ginocchio.

Ieri, nella seconda giornata di incontri a Vancouver, i titolari dei dicasteri provinciali hanno rinnovato le loro richieste alla controparte federale: il ministro Jean-Yves Duclos.

A farsi portavoce della “squadra” delle Province è stato, ancora una volta, il ministro della Sanità della British Columbia, Adrian Dix: “Esamineremo qualsiasi offerta di Duclos, ma sia chiaro che vogliamo che i finanziamenti federali passino dal 22% al 35% della nostra spesa sanitaria”.

Dix ha inoltre annunciato che i ministri provinciali della Salute si sosterranno a vicenda “poiché tutte le giurisdizioni affrontano una crisi del personale mentre cercano ancora di superare la pandemia”.

Inoltre, ha convocato un incontro nazionale proprio sul Canada Health Transfer, il denaro federale distribuito a province e territori, in linea con quella che secondo lui era una promessa del primo ministro Justin Trudeau quando è entrato in carica per la prima volta nel 2015.

Il ministro federale Duclos, da parte sua, aveva anticipato le mosse dei ministri provinciali diffondendo un comunicato nel primo giorno degli incontri, lunedì.

“I nostri operatori sanitari – aveva scritto Duclos – stanno subendo una tensione significativa e stanno affrontano sfide comuni in tutto il Paese. Tutti i livelli di governo devono trovare soluzioni, sia immediate che a lungo termine, per affrontare queste sfide. I bisogni degli operatori sanitari devono riflettersi nelle discussioni dei ministri della Salute qui a Vancouver. Nello spirito di una leadership collaborativa, sono lieto di confermare che il governo canadese è pronto ad aumentare gli investimenti sanitari attraverso il Canada Health Transfer. Lo faremmo – ha però puntualizzato – se le province ed i territori fossero pronti ad impegnarsi per un’espansione significativa nella condivisione e nell’uso di indicatori sanitari chiave comuni e per costruire un sistema di dati sanitari collettivo. Questa ulteriore cooperazione ci aiuterà a fare cose come pianificare meglio la nostra forza-lavoro, garantire che i canadesi possano accedere alle proprie cartelle cliniche e consentire ai canadesi di vedere il risultato di un sistema sanitario migliorato. Inoltre, siamo anche pronti ad investire in finanziamenti attraverso accordi su misura con province e territori, che ci consentiranno di fornire cure migliori ai canadesi. Questo tipo di investimenti mirati consentirà ai territori di rispondere ad aree di priorità condivise con il governo canadese, come per gli operatori sanitari, per un maggiore accesso ai team sanitari familiari ed ai servizi di salute mentale”.

Nel pomeriggio di ieri, gli incontri sono proseguiti e mentre scriviamo ancora non era arrivata una risposta ufficiale e definitiva da parte del governo federale alle richieste avanzate dai ministri provinciali. L’intenzione, secondo quanto annunciato lunedì dal ministro federale della Salute, confermato anche dal primo ministro Justin Trudeau, era comunque quella di aumentare i finanziamenti alle Province nell’ottica di un potenziamento dei servizi sanitari in tutto il Paese.

I ministri provinciali della Sanità riunitisi ieri a Vancouver (foto dalla pagina Twitter di Adrian Dix – @adriandix)

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