Inizia oggi un’inchiesta del Corriere Canadese sul fenomeno migratorio che interessa l’Italia, con una particolare attenzione per il Canada. Tutti i dati presenti sono stati elaborati sulla base del Rapporto Migrantes 2022.
TORONTO – Il fenomeno migratorio che riguarda gli italiani che decidono di andare a cercar fortuna all’estero continua e si rafforza. La conferma è arrivata ieri dai dati del Rapporto Migrantes 2022, uno strumento prezioso che ogni anno ci regala un’istantanea fedele e completa dell’emigrazione dal Belpaese e che ci aiuta a capire le tendenze e le costanti che puntualmente si ripetono. Una fetta consistenze della popolazione italiana vive oltreconfine: al 1° gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all’Aire (l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) erano poco più di 5,8 milioni, il 9,8 per cento degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia.
E se il Belpaese nell’arco degli ultimi dodici mesi ha visto un calo della popolazione residente – lo 0,5 per cento, mentre dal 2020 la flessione è stata dell’1,1 per cento – il numero degli italiani che vivono in un altro Paese ha visto un aumento del 2,7 per cento, un valore che schizza al 5,8 per cento si considerano i dati relativi al 2020.
Nell’arco di tempo preso in esame dal rapporto, le nuove iscrizioni all’Aire sono state in tutto 154mila.
Tutte europee le mete preferite dell’ultimo anno: la Gran Bretagna, nonostante la stretta della Brexit, si conferma in testa a questa classifica con 19.275 italiani emigrati nel 2021, pari al 23 per cento del totale.
Seguono la Germania (11.765 italiani emigrati, pari al 14 per cento) e Francia con 9.447 immigrati italiani nell’ultimo anno, pari all’11,3 per cento.
Il Canada nelle mete preferite dell’ultimo anno si piazza al 14esimo posto, con 896 immigrati italiani pari all’1,1 per cento. Siamo quindi lontanissimi dai fasti del secolo scorso, ma in linea con la tendenza degli ultimi anni che ha visto una progressiva contrazione del fenomeno migratorio dall’Italia al Canada.
Le comunità più numerose di italiani residenti all’estero sono, ad oggi, quella argentina (903.081), la tedesca (813.650), la svizzera (648.320), la brasiliana (527.901) e la francese (457.138). In Canada invece sono iscritti all’Aire 143.920 connazionali.
Nel rapporto viene quindi tracciato anche l’identikit degli italiani che vivono all’estero. Sono giovani (il 21,8 per cento ha tra i 18 e i 34 anni), giovani adulti (il 23,2 per cento ha tra i 35 e i 49 anni), adulti maturi (il 19,4 per cento ha tra i 50 e i 64 anni), anziani (il 21 per cento ha più di 65 anni, ma di questi l’11,4 per cento ha più di 75 anni) o minori (il 14,5 per cento ha meno di 18 anni).
Oltre 2,7 milioni (il 47 per cento) sono partiti dal Meridione (di questi, 936 mila circa, il 16 per cento, dalla Sicilia o dalla Sardegna); più di 2,1 milioni (il 37,2 per cento) sono partiti dal Nord Italia e il 15,7 per cento è, invece, originario del Centro Italia.
Il 54,9 per cento degli italiani che vivono all’estero (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8 per cento (oltre 2,3 milioni) in America, centro-meridionale soprattutto (32,2 per cento, più di 1,8 milioni).
Il 48,2 per cento degli oltre 5,8 milioni di cittadini italiani residenti all’estero è donna (2,8 milioni circa in valore assoluto). Si tratta, soprattutto, di celibi/nubili (57,9 per cento) o coniugati/e (35,6 per cento). I divorziati (2,7 per cento) hanno superato i vedovi (2,2 per cento).
La Lombardia (incidenza del 19 per cento sul totale) e il Veneto (11,7 per cento) continuano a essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più. Seguono la Sicilia (9,3 per cento), l’Emilia-Romagna (8,3 per cento) e la Campania (7,1 per cento).
Tuttavia, dei quasi 16mila lombardi, dei circa 10mila veneti o dei 7mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine.
Il monito di Mattarella: “Chi lascia il nostro Paese lo fa per necessità”
ROMA – “Nonostante il periodo della pandemia la tendenza a lasciare il nostro Paese è cresciuta negli ultimi anni” ha rilevato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al presidente della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego. “A partire sono principalmente i giovani – e tra essi giovani con alto livello di formazione – per motivi di studio e di lavoro. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione. Partono anche pensionati e intere famiglie”, osserva il Capo dello Stato.
“Il fenomeno di questa nuova fase dell’emigrazione italiana non può essere compreso interamente all’interno della dinamica virtuosa dei processi di interconnessione mondiale, che richiedono una sempre maggiore circolazione di persone, idee e competenze. Anzitutto perché il saldo tra chi entra e chi esce rimane negativo, con conseguenze evidenti sul calo demografico e con ricadute sulla nostra vita sociale. Ma anche perché in molti casi chi lascia il nostro Paese lo fa per necessità e non per libera scelta, non trovando in Italia una occupazione adeguata al proprio percorso di formazione e di studio. Il nostro Paese, che ha una lunga storia di emigrazione, deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia”, sottolinea Mattarella.
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