Canada

Piano decennale
da 196 miliardi sulla Sanità:
accordo a due velocità

TORONTO – Un piano decennale sulla Sanità che possa garantire il superamento dell’attuale stato di crisi. È quanto ha presentato ieri a Ottawa il primo ministro Justin Trudeau ai 13 premier delle Province e dei Territori canadesi, insieme ai principali ministri dell’esecutivo federale. La svolta, come ha illustrato il leader liberale, si basa essenzialmente su un accordo a due velocità, complementari ma profondamente diverse tra loro. Da un lato il primo ministro mette sul piatto 196 miliardi di dollari lungo il prossimo decennio che dovranno essere spartiti dalle Province in base alla popolazione. Dall’altro Ottawa procederà a singoli accordi con le vari Province grazie ai quali gli enti locali riceveranno ulteriori finanziamenti. Solamente un quarto di quanto annunciato (46 miliardi) rappresenta stanziamenti aggiuntivo rispetto al precedente piano decennale.

Nell’accordo è presente un fondo immediato e incondizionato di 2 miliardi di dollari al Canada Health Transfer per alleviare l’intensa pressione sugli ospedali.

La proposta include la promessa di aumentare l’annuale Canada Health Transfer nel prossimo decennio di altri 17 miliardi di dollari rispetto agli impegni precedenti.

Inoltre, 25 miliardi di dollari saranno inviati in 10 anni attraverso accordi bilaterali con ciascuna provincia per quattro aree prioritarie tra cui medicina di famiglia, arretrati chirurgici, salute mentale e modernizzazione dei sistemi di raccolta dati.

Il governo federale, in questa riforma, ha posto alcuni paletti che dovranno essere rispettati dalle Province e dai Territori: la piena condivisione dei dati sulle singole voce di spesa – che rimarranno ovviamente di competenza provinciale – e il rispetto del principio della piena difesa e tutela della natura pubblica del sistema sanitario canadese. Niente salti nel buoi quindi, stop all’ingresso dei privati nella Sanità con la possibile americanizzazione della Sanità pubblica canadese.

Secondo i calcoli presentati, che potrebbe in futuro subire delle fluttuazioni sensibili, l’Ontario dovrebbe ricevere circa 73 miliardi di dollari in 10 anni in trasferimenti sanitari e denaro per specifiche esigenze sanitarie come parte dell’accordo bilaterale. Circa 30 miliardi di dollari di quella somma sarebbero nuovi soldi, pari a 3 miliardi di dollari all’anno di maggiori finanziamenti in 10 anni.

Saranno sufficienti questi nuovi fondi per superare la situazione d’emergenza venutasi a creare in Ontario nell’ultimo anno? Difficile dirlo, anche perché secondo gli esperti di settore il problema è profondo e presenta dei caratteri strutturali.

In Ontario negli ultimi dodici mesi la crisi si è registrata soprattutto a livello di personale – con la chiusura temporanea di alcuni pronto soccorso in diverse città della provincia – e nell’erogazione di determinati servizi, a partire dalle operazioni chirurgiche a livello pediatrico. Con i nuovi stanziamenti il governo provinciale dovrebbe in qualche modo affrontare la crisi del personale e smaltire più velocemente le lunghe liste d’attesa per le visite specialistiche, le terapie e le operazioni chirurgiche.

La proposta di finanziamento di 10 anni da Ottawa include decine di miliardi di dollari di nuovi soldi e aumenti precedentemente pianificati per il Canada Health Transfer [CHT].

Le province hanno già programmato di ottenere un aumento del 9,5 per cento dei trasferimenti di assistenza sanitaria quest’anno, pari a 49,4 miliardi dollari dai 45,2 miliardi dollari di pagamenti previsti nell’anno fiscale 2022-23.

Una parte del nuovo denaro sarà accantonata per accordi bilaterali separati che riguarderanno aree chiave come l’assistenza primaria.

E la tempistica? Qui si entra su un terreno minato. L’obiettivo del governo federale è arrivare alla firma del nuovo accordo prima della presentazione del budget primaverile. L’esecutivo liberale vorrebbe blindare la riforma, per poi potersi concentrare pienamente nel programma di risanamento e nei nuovi investimenti per rilanciare l’economica canadese, a rischio recessione secondo buona parte delle previsioni. Per quanto riguarda la seconda parte dell’accordo, quella che prevede intese bilaterali, il governo Trudeau vorrebbe portare avanti un approccio simile a quello avuto con la riforma sugli asili nido a 10 dollari, con le singole trattative Ottawa-Provincia e conseguente firma dell’accordo su base regionale.

Ora la palla passa in mano ai premier, che dovranno nelle prossime settimane accettare l’accordo o fare di nuovo muro. Le previsioni sono positive, anche perché Ottawa nell’ultimo mese è venuta incontro a buona parte delle richieste avanzate dai governi provinciali.

Al vertice di ieri hanno preso parte anche numerosi ministri federali: il ministro delle FinanzeChrystia Freeland, quello degli Affari intergovernativi Dominic LeBlanc, il ministro della Sanità Jean-Yves Duclos, insieme ai colleghi Kamal Khera, Carolyn Bennett e Patty Hajdu.

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