Canada

Oltre 155mila “federali”
pronti allo sciopero

TORONTO – Dipendenti pubblici federali sul piede di guerra: si va verso uno sciopero che potrebbe coinvolgere oltre 155.000 lavoratori dei servizi amministrativi, tecnici, dell’istruzione, delle biblioteche, delle pulizie e della manutenzione, dell’immigrazione e persino delle basi militari.

Ad annunciarlo è la Public Service Alliance of Canada (PSAC) che ha annunciato, ieri, i risultati delle votazioni a favore (o no) dello sciopero, che si sono svolte tra il 22 febbraio e l’11 aprile. “La stragrande maggioranza dei nostri membri ci ha detto che non possono più aspettare e che sono pronti a scioperare per garantire un accordo equo che non li farà rimanere indietro”, ha detto ai giornalisti Chris Aylward, presidente nazionale del PSAC, citando il desiderio di un aumento dei salari per i membri del sindacato, i quali “non prendono la decisione di scioperare alla leggera. Sanno che uno sciopero sarà difficile per loro e per i canadesi che dipendono dai servizi che forniscono, ma stanno esercitando il loro potere contrattuale perché non possono più aspettare. Le loro bollette non possono aspettare, le loro famiglie non possono aspettare, il loro futuro non può aspettare”, ha aggiunto Aylward.

Le quattro unità di contrattazione coinvolte fanno parte del Treasury Board Secretariat, un’agenzia del governo centrale che opera come centro nevralgico per una notevole quantità di servizi: si va dagli addetti alle pulizie e cuochi nelle basi militari, agli impiegati ed addetti alla manutenzione, commercianti, squadre di ricerca e soccorso della Guardia Costiera, insegnanti, vigili del fuoco e lavoratori che elaborano assicurazioni sul lavoro, domande di passaporto e documenti di immigrazione.

Aylward ha detto che le varie unità sono favorevoli allo sciopero “ma il desiderio del sindacato è raggiungere un accordo con il governo federale”. Anche la sua divisione, cioè la quinta unità di contrattazione coinvolta che rappresenta 35.000 lavoratori della Canadian Revenue Agency, ha votato a favore dello sciopero la scorsa settimana.

“Non è troppo tardi per il governo federale per fare la cosa giusta ed evitare uno dei più grandi scioperi della storia canadese”, ha aggiunto Aylward, spiegando che “i nostri team di contrattazione sono al tavolo delle trattative e tutto ciò di cui hanno bisogno sono persone con il mandato di raggiungere un accordo equo e non c’è motivo per cui non possano ottenerlo”.

Il primo ministro Justin Trudeau, ieri a Winnipeg, ha dichiarato che il governo federale riconosce il “lavoro incredibile” svolto dai dipendenti pubblici, aggiungendo che “continueremo ad impegnarci in modo costruttivo al tavolo delle trattative”.

I rapporti, in realtà, sono tesissimi. All’inizio di quest’anno, il governo federale ha presentato due denunce contro il PSAC affermando che il sindacato non sta negoziando “in buona fede” per un nuovo accordo. Sostiene infatti che il PSAC ha “inondato i tavoli delle trattative con proposte costose” e si è “rifiutato di andare avanti”. Il PSAC ha lasciato il tavolo delle trattative il 1° settembre 2022, durante la sesta sessione negoziale: le parti stavano negoziando dalla scorsa estate.

Il sindacato ha a sua volta affermato che la mossa del governo federale di presentare una denuncia è “solo un’altra tattica di stallo per negare ai lavoratori un contratto equo”, aggiungendo che il governo si è rifiutato di “negoziare il lavoro a distanza ed un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata al tavolo”.

Se messi insieme, i 35.000 lavoratori CRA con gli oltre 120.000 dipendenti del Treasury Board Secretariat costituiscono una “fetta” di più di 155.000 dipendenti federali, che rappresentano circa la metà del personale dei 335.957 dipendenti che lavorano con il servizio pubblico federale. In caso di un loro sciopero, di fatto si paralizzerebbe ogni attività nell’intero Paese, oltretutto in un periodo delicato come quello del pagamento delle tasse: potrebbero esserci dei ritardi in tal senso. E non solo: anche i servizi come la disoccupazione, dai cui assegni dipendono molte famiglie, potrebbero vedere uno stop che, in tempi di difficoltà economiche come quelli che stiamo vivendo, rappresenterebbe un ennesimo, grosso problema per chi fa fatica ad arrivare in fondo al mese.

Nell’immagine in alto, una manifestazione di protesta della PSAC (foto dal sito del sindacato https://psacunion.ca)

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