Canada

L’inflazione rallenta
ma i prezzi volano

TORONTO – Alimentari alle stelle, proprio quando l’inflazione frena: +10,8% per la spesa al supermercato rispetto ad un anno fa, un aumento che non si vedeva dal 1981. Se l’inflazione è rallentata al 7,0 per cento ad agosto, dunque, è in gran parte grazie al calo del prezzo della benzina e niente più.

È quanto emerge dall’ultimo rapporto mensile sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di Statistics Canada.

È vero che su base mensile i prezzi al consumo complessivi sono stati leggermente inferiori ad agosto rispetto a luglio: secondo Statistics Canada, il calo dello 0,3% dell’IPC (Indice dei Prezzi al Consumo) da luglio ad agosto è il più grande calo mensile dai primi mesi della pandemia. I prezzi dei trasporti hanno guidato tale decelerazione, visto che i prezzi dei carburanti sono aumentati, sì, del 22,1% ad agosto rispetto ad un anno fa, ma sono diminuiti del 18,8% rispetto a giugno. Resta il fatto che i prezzi degli alimentari volano.

La domanda che sorge spontanea, quindi, è: cosa farà adesso Bank of Canada, che nei mesi scorsi ha alzato il tasso di interesse per la quinta volta, portandolo fino al 3,25% (dallo 0,25% di gennaio), allo scopo di “combattere l’inflazione”?

La banca centrale canadese farà il suo prossimo annuncio sui tassi il prossimo 26 ottobre e ha già avvertito che “sono necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse per portare l’inflazione all’obiettivo del 2 per cento”.

Ci si aspetta, dunque, ancora un altro aumento dei tassi di interesse in ottobre e che la banca porti il ​​suo tasso di riferimento al 4 per cento entro la fine dell’anno.

Effettivamente, escludendo i prezzi della benzina, l’inflazione su base annua ad agosto è stata del 6,3%, facendo di quel mese il primo, da giugno 2021, in cui l’inflazione annuale esclusa la benzina è rallentata. Ma il costo della vita rimane ostinatamente alto per i canadesi, che stanno in gran parte risentendo del problema al supermercato. Non solo: il continuo aumento dei tassi di interesse da parte di Bank of Canada alla fine va a gravare sulle famiglie che hanno finanziamenti o mutui a tasso variabile, appesantendo ancora di più i loro già compromessi bilanci. Per fare due esempi a caso, i prezzi dei prodotti da forno sono aumentati del 15,4% (“grazie” alla guerra in Ucraiana che ha fatto lievitare i prezzi dei cereali), mentre i prezzi della frutta fresca sono aumentati del 13,2% rispetto ad un anno fa. Un salasso.

L’agenzia federale attribuisce l’accelerazione dei prezzi alimentari alle continue interruzioni della catena di approvvigionamento, all’invasione russa dell’Ucraina (dicevamo), alle condizioni meteorologiche estreme, ai maggiori costi in generale. Fortunatamente, il divario tra inflazione e salari si sta riducendo, con la retribuzione oraria media in aumento del 5,4 per cento ad agosto: ma non basta.

Secondo un sondaggio pubblicato ieri dall’Agri-Food Analytics Lab della Dalhousie University, circa tre quarti dei canadesi hanno cambiato il modo in cui fanno la spesa poiché i costi elevati mangiano i loro budget. In particolare, il 24% degli intervistati sta riducendo la quantità di cibo che sta acquistando a causa dei prezzi elevati. La percentuale è ancora più alta tra le donne: 29,6%. Dei 5.000 canadesi intervistati, il 7,1% ha dichiarato di saltare i pasti o gli spuntini a causa dell’inflazione alimentare. Circa il 6,6% ha affermato di pagare più spesso la spesa con la carta di credito senza sapere quando sarà in grado di ripagarla. Il 40% afferma che sta cercando di sprecare meno cibo, il 33% paga la spesa utilizzando più spesso i punti-premio e il 18% acquista “cibo sfuso”.

Sylvain Charlebois, direttore di Agri-Food Analytics Lab, told Global News “Non siamo ancora fuori pericolo. Quindi ci aspettiamo che più canadesi – ha detto il ‘Food Professor’ a Global News – adottino nuove abitudini mentre cerchiamo di uscire da questo dilemma dell’inflazione alimentare”.

Foto di Tumisu da Pixabay

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