Canada

Sondaggi e inflazione: Poilievre incalza,
fuoco incrociato su Justin Trudeau

TORONTO – Ancora fuoco incrociato su Justin Trudeau. I nuovi dati sull’inflazione, presentati ieri da Statistics Canada in concomitanza con il riavvio dei lavori parlamentari alla House of Commons, hanno provocato la dura reazione del Partito Conservatore, che accusa il primo ministro liberale di un sostanziale immobilismo di fronte all’impennata dei prezzi, in particolare quelli dei prodotti alimentari che hanno raggiunto valori mai toccati negli ultimi 41 anni. E se è vero che proprio ieri l’esecutivo liberale ha presentato ulteriori dettagli del suo piano anti inflazione già annunciato la scorsa settimana, secondo i tory le misure del governo sono del tutto insufficienti per arginare l’aumento del costo della vita per le famiglie canadesi.

Alla prima seduta della Camera dopo la chiusura del parlamento per la pausa estiva, il nuovo leader conservatore Pierre Poilievre ha avuto modo di puntare il dito contro il governo, imputando al primo ministro la principale responsabilità per l’aumento dei prezzi. “Il governo liberale sta facendo salire il costo della vita – ha sottolineato Poilievre – più il primo ministro Trudeau spende, più le cose costeranno. I numeri dell’inflazione di oggi mostrano che i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 10,8 per cento, al ritmo più veloce in 40 anni, confermando come la vita sta diventando più difficile per i canadesi che cercano di sbarcare il lunario”.

“Dopo due anni di avvertimenti da parte dei conservatori – ha poi rincarato la dose il leader tory – il governo Trudeau non ha ancora un piano per correggere l’inflazione. Hanno proposto una legislazione che stampa più denaro, prende in prestito più denaro e getta benzina sul fuoco inflazionistico creato dal primo ministro”.

Per risolvere la crisi, Poilievre si aspetta un’azione più incisiva del governo, che a suo dire fino a questo momento non solo non ha presentato misure credibili, ma che ha addirittura peggiorato la situazione con un massiccio piano di spesa pubblica senza una sostanziale copertura finanziaria, con il continuo aumento del deficit e con il ricorso al rosso di bilancio per far tornare i conti.

“Per fermare l’inflazione, il governo dovrebbe limitare la spesa pubblica con una legge Pay-As-You-Go che richiede al governo di trovare un dollaro di risparmio per ogni nuovo dollaro di spesa. L’esecutivo dovrebbe eliminare la tassa sul carbonio e gli aumenti delle imposte sui salari per rafforzare le buste paga e abbassare i prezzi dell’energia e rimuovere la burocrazia per consentire alle imprese, agli agricoltori e ai lavoratori di produrre energia, cibo e alloggi più convenienti”.

“La creazione di liquidità – ha concluso Poilievre – fa solo salire i prezzi. Creare ciò che il denaro acquista rende le cose più convenienti. L’economia canadese deve fare di più e costare meno con gli assegni e non con il debito”.

Trudeau non ha risposto all’affondo del leader tory, visto che da ieri e fino al 22 settembre è a New York per prendere parte alla 77ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Anche dai sondaggi, inoltre, non arrivano buone notizie per il primo ministro. Dopo Abacus, anche Leger certifica il netto sorpasso dei conservatori sui liberali nelle intenzioni di voto dei canadesi. Se si votasse oggi – conferma uno studio pubblicato ieri – i tory sarebbero al 34 per cento, mentre i liberali scenderebbero al 28.

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