Canada

E in Alberta spunta
il ’mercato nero’ dei dati

TORONTO – Il Canada ha ufficialmente registrato più di due milioni di casi di Covid-19 dall’inizio della pandemia: 2.058.872, per l’esattezza. E probabilmente sono “pochi”, visto che da una parte gli operatori sanitari si preparano ad un possibile picco post-festivo guidato dalla variante Omicron a rapida diffusione e dall’altra i numeri degli ultimi giorni potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg vista la difficoltà nell’elaborazione di tutti i tamponi. Per non parlare di chi i dati non li fornisce proprio, come l’Alberta.

Per quanto alte siano le cifre ufficiali, gli esperti affermano che il numero reale di infezioni è probabilmente molto più alto. Diverse province hanno chiesto ai propri cittadini di sottoporsi al test solo se hanno sintomi poiché ospedali e centri hanno raggiunto i limiti di test. Il governo dell’Alberta, per esempio, ha suggerito che la maggior parte delle persone dovrebbe utilizzare test antigenici rapidi invece di prenotare un appuntamento per un test molecolare, per riservare le forniture di questi ultimi agli individui ad alto rischio.

E poi – dicevamo – c’è chi i dati, nonostante l’emergenza, non li ha ancora forniti. Mentre Ontario, Quebec e Manitoba hanno segnalato migliaia di nuovi casi lunedì, l’Alberta non ha rilasciato dati dal 23 dicembre, il che ha suscitato le proteste di alcuni medici e politici, anche alla luce dell’escalation dei giorni precedenti: 786 il 21 dicembre, 1.346 il 22 dicembre e 1.625 il 23 dicembre.

“Ci sono voci che circolano su oltre 6.000 casi di Covid negli ultimi quattro giorni”, ha twittato lunedì la leader dell’opposizione dell’Alberta, Rachel Notley. “Dobbiamo sapere se queste cifre sono giuste e se quindi abbiamo bisogno di un piano per superare questo. È tempo di una vera leadership oggi. Non possiamo permetterci di aspettare ancora”.

La segnalazione è partita da un account Twitter chiamato “BedHuntersAB“, che ha pubblicato – ogni giorno dal 23 dicembre – i dati ricevuti da “una fonte verificata” (nella foto in alto, uno dei tweet). L’account ha dunque segnalato 6.718 casi di virus nel corso del quattro giorni. E lunedì ha riportato che 324 persone sono ricoverate in ospedale con il virus, di cui 54 in terapia intensiva.

“È una triste situazione quando dobbiamo ottenere dati Covid dal mercato nero”, ha twittato domenica un medico di emergenza, il dottor Chuck Wurster. “Il peggio è che queste cifre potrebbero essere un’enorme sottostima dei casi reali, poiché il nostro governo ha detto agli abitanti dell’Alberta di utilizzare test rapidi introvabili invece di tamponi molecolari”.

“Mi fido dei numeri che stanno diffondendo”, ha detto un altro medico di emergenza, il dottor Joe Vipond di Calgary, secondo il quale “i numeri sono un miscuglio. È una buona notizia che i ricoveri e i pazienti in terapia intensiva non stiano aumentando, ma il conteggio dei casi è un disastro”.

Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili della provincia, pubblicati il ​​23 dicembre, in Alberta ci sono 8.359 casi attivi di Covid-19. Di questi, 318 sono stati ricoverati, 64 dei quali in terapia intensiva. Dei quasi 12.000 test completati il ​​22 dicembre, 1.625 sono risultati positivi, per un tasso di positività del 13,6%.

L’aumento dei casi ha rinnovato la preoccupazione per i sistemi sanitari. Linda Silas, capo della Canadian Federation of Nurses Unions, ha affermato che il “grande urto” si verifica di solito due settimane dopo l’esposizione al virus e ha espresso preoccupazione per il fatto che le riunioni festive potrebbero portare gli ospedali a “essere sopraffatti da nuovi casi”.

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