Canada

Covid, aumenta il rischio
di contagi: incognita autunno

TORONTO – Le infezioni da Covid-19 potrebbero lentamente ricominciare a salire in Canada: è quanto emerge dai nuovi dati della Public Health Agency of Canada (PHAC). “Ci sono segni di continue fluttuazioni in alcuni indicatori di attività Covid-19 dopo un lungo periodo di graduale declino”, riferiva, martedì, l’aggiornamento epidemiologico on line dell’agenzia. “Questo potrebbe essere un primo segnale di aumento dell’attività”. Attività che è ancora da bassa a moderata nelle province e nei territori, precisa l’aggiornamento. Ma la dottoressa Allison McGeer, specialista in malattie infettive presso il Mount Sinai Hospital di Toronto, ricorda che i casi di Covid-19 sono in aumento anche negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo, cme hanno già rilevato alcuni giorni fa altri esperti.

“Penso che il Covid stia riemergendo”, ha detto il medico, osservando però che un notevole aumento dell’attività probabilmente non si verificherà per “almeno alcune settimane”.

Gli esperti di sanità pubblica stanno utilizzando la sorveglianza delle acque reflue in tutto il Paese ed i tassi di positività ai test Covid per determinare il livello di attività del virus, nello specifico quelli ai quali sono sottoposte le persone ricoverate in ospedale o che presentano sintomi Covid e sono potenziali candidati per il trattamento con il “Paxlovid”.

Il calo dell’immunità, man mano che i vaccini svaniscono, unito alla presenza di nuove sottovarianti ed al fatto che le persone si sposteranno al chiuso in autunno, sono tutti fattori che giocheranno un ruolo nell’aumento dei casi, ha affermato ancora la dottoressa McGeer, parlando con CTV.

Le sottovarianti XBB della variante Omicron hanno rappresentato il 99% dei casi di Covid che sono stati sequenziati geneticamente la settimana del 16 luglio, stando all’Agenzia di Sanità Pubblica del Canada. La “figlia” della famiglia XBB.1, EG.5 (o “Eris”), dovrebbe iniziare a dominare nelle prossime settimane, dice Dawn Bowdish, immunologa presso la McMaster University di Hamilton in Ontario. EG.5 sembra avere più proprietà di elusione dell’immunità rispetto ad altre varianti ed è quindi probabile che sia più contagiosa, ma al momento non c’è alcun segno che causi malattie più gravi in ​​persone altrimenti sane. Ma gli anziani e gli immunodepressi restano comunque a rischio e, secondo McGeer e Bowdish, la vaccinazione in autunno preserverà la vita e la salute di queste persone, anche perché ci sono vaccini aggiornati, sviluppati per colpire proprio la famiglia delle sottovarianti XBB.

Foto di SJ Objio su Unsplash

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