Canada

Brampton, Canada: campo di battaglia Sikh vs Hindu

TORONTO – In una tranquilla domenica d’autunno, nel Canada del 2024 può capitare di assistere ad una battaglia, a suon di pugni e bastonate, fra Hindu e Sikh: entrambi indiani, ma divisi sia dalla religione che dalla politica, visto che i secondi vogliono l’indipendenza di una regione dell’India, il Khalistan. E per questo motivo, nella loro madrepatria sono considerati separatisti e, alcuni di loro, terroristi.

Il problema, insomma, sarebbe tutto “indiano”: ma negli ultimi anni, in seguito a precise scelte del governo federale nel settore dell’immigrazione, gli arrivi dall’India sono stati massicci e così il Canada è diventato, nel giro di due-tre anni, un nuovo terreno di scontro per le opposte fazioni che attualmente sono entrambe ben nutrite, soprattutto a Brampton.

Il risultato è quello che si è visto domenica davanti ad un tempio Hindu proprio a Brampton: “Hindu Sabha”. Lì davanti, per motivi ancora in corso di accertamento da parte della Polizia di Peel, è scoppiata una violenta rissa fra Hindu e Sikh, con pugni, calci e bastonate. In alcuni video circolati sui social media, si vedono persone attaccate fuori dal tempio Hindu da alcuni Sikh che prima sventolano le bandiere del Khalistan, poi le utilizzano per colpire i “nemici” indiani. A quanto pare, i Sikh stavano protestando – secondo quanto riferito dal gruppo “Sikhs for Justice”, stando a CTV – contro la presenza di funzionari del Consolato Indiano presso il tempio Hindu, in una visita annunciata per fornire servizi amministrativi in particolare per aiutare gli anziani indiani ad accedere alle pensioni.

Poi, la situazione è precipitata e la manifestazione è degenerata in una rissa, rendendo necessario l’intervento della Polizia di Peel che ha riportato la calma e, dopo una prima serie di accertamenti, ha arrestato tre persone.

Il capo della Polizia di Peel, Nishan Duraiappah, ha pubblicato una dichiarazione sui social media, affermando che la violenza e gli atti criminali non saranno tollerati. “Rispettiamo il diritto di protestare in modo pacifico e sicuro ma non tollereremo violenza ed atti criminali: coloro che si rendono responsabili di queste azioni saranno perseguiti, arrestati e processati”, ha scritto.

L’incidente di Brampton arriva in un momento in cui la tensione fra India e Canada è altissima, con reciproche espulsioni di diplomatici. Il governo federale guidato da Justin Trudeau, infatti, ha recentemente accusato il governo indiano di essere “dietro” ai delitti commessi ai danni di alcuni separatisti Sikh in Canada. Un’accusa respinta con forza dal governo indiano e dal presidente Narendra Modi, che ieri ha commentato i fatti di Brampton, parlando di “attacco deliberato” ad un tempio Hindu in Canada ed affermando che si aspetta che il governo di Trudeau garantisca la giustizia e sostenga lo stato di diritto. Modi ha poi aggiunto che i tentativi di intimidire i diplomatici indiani in Canada sono stati “altrettanto spaventosi”, mentre il suo ministero degli Esteri ha affermato che le violenze di domenica nel tempio a Brampton sono state perpetrate da “estremisti e separatisti”.

Tali violenze sono state duramente condannate da tutti i politici canadesi, di ogni schieramento: dal sindaco di Brampton, Patrick Brown, al premier dell’Ontario, Doug Ford, fino al primo ministro Justin Trudeau, al leader conservatore Pierre Poilievre e quello dell’NDP, Jagmeet Singh, che è Sikh. “Ogni canadese deve essere libero di visitare il proprio luogo di culto in pace”, ha detto Singh. “La violenza ovunque è sbagliata. Mi unisco ai leader della comunità nel chiedere la pace”.

Unica voce fuori dal coro, quella di Maxime Bernier, leader del People’s Party of Canada, il quale ha pubblicato il video delle violenze su Twitter, scrivendo: “i Sikh Khalistani attaccano i fedeli nel tempio Hindu di Brampton. Niente di cui preoccuparsi, però, perché LA DIVERSITÀ È LA NOSTRA FORZA!!!” (enfasi presente nel testo originale del tweet).

More Articles by the Same Author:

Translate »