Canada

ArriveCan, un “affare” da 60 milioni di dollari

TORONTO – L’auditor general Karen Hogan non ha usato mezzo termini, ieri, per evidenziare le “falle” nella gestione di ArriveCan, la famigerata “app” imposta dal governo federale guidato da Justin Trudeau durante la pandemia di Covid-19 per controllare lo stato di salute e di vaccinazione dei viaggiatori in entrata in Canada. “Evidente disprezzo” verso le più elementari pratiche di gestione, ha detto la Hogan, riferendosi ai contratti di appalto per la realizzazione e la manutenzionoe della “app”, di fatto una piattaforma abbastanza semplice ma particolarmente costosa: 59,5 milioni di dollari (pubblici), quindi addirittura più dei 54 milioni di dollari precedentemente stimati. Ma il costo reale è “impossibile” da calcolare a causa della “scarsa tenuta dei registri finanziari da parte della CBSA”, ha sottolineato la Hogan durante la presentazione del suo rapporto.

Nell’audit, la Hogan ha quindi sottolineato gli insuccessi della Canada Border Services Agency (CBSA), della Public Health Agency of Canada (PHAC) e del Public Services and Procurement Canada (PSPC) in relazione al loro lavoro fatto sulla “app”: in particolare, secondo la Hogan, la CBSA ha gestito male i contratti e ha lasciato fuori da essi “informazioni essenziali”, come risultati finali e qualifiche. E pure le fatture che la CBSA ha pagato contenevano pochi, se non nessun dettaglio, sul lavoro completato. Tra gli appaltatori esaminati, infatti, il 18% delle fatture presentate non forniva informazioni sufficienti per determinare se le loro spese riguardavano ArriveCan o un altro progetto IT. E poi: tra aprile 2020 e ottobre 2022, la CBSA ha rilasciato 177 versioni di ArriveCan “con documentazione spesso scarsa o nulla dei test”, incluso l’aggiornamento di giugno 2022 che ha visto 10.000 viaggiatori ricevere istruzioni sbagliate per la quarantena. E tutto questo avveniva mentre il costo medio giornaliero per l’applicazione da parte di appaltatori esterni era di $ 1.090, mentre il costo medio giornaliero per strumenti equivalenti all’interno del governo federale era di $ 675. “Le pratiche per gestire ArriveCan erano carenti nei livelli più elementari”, ha scritto l’auditor general nel suo rapporto.

Ma la cosa più sconcertante è come sono state selezionate le aziende che hanno “lavorato” su ArriveCan. A gennaio, il difensore civico canadese per gli appalti Alexander Jeglic aveva passato al setaccio i contratti di ArriveCan, lanciando l’allarme sugli appalti irregolari e parlando di subappaltatori che non hanno mai effettivamente lavorato sulla “app”. Il rapporto della Hogan lo conferma, trovando poca documentazione a supporto di “come e perché” la piccola società di consulenza “GC Strategies” si sia aggiudicata il contratto iniziale di ArriveCan. L’audit ha inoltre riscontrato prove che il gruppo era addirittura “coinvolto nella definizione dei requisiti” utilizzati dalla CBSA per appaltare un contratto competitivo. Poi, “GC Strategies” ha subappaltato ad altre società il lavoro sulla “app”, mantenendo una commissione. Ma il team della Hogan, dopo aver esaminato tutti i documenti disponibili, non è riuscito a determinare quale funzionario dell’agenzia abbia preso la decisione finale di selezionare GC Strategies.

Concludendo, la Hogan ha emesso otto raccomandazioni generali, inclusa una che invita i dipartimenti e le agenzie federali coinvolti a migliorare la loro gestione fiscale, a documentare in modo completo le interazioni con gli appaltatori ed allegare risultati chiari ai contratti aggiudicati. “I dipendenti pubblici devono sempre essere trasparenti e responsabili nei confronti dei canadesi per l’uso che fanno dei fondi pubblici. Molte domande che i parlamentari ed i canadesi pongono non trovano risposta”. L’unica certezza è che quasi 60 milioni di dollari pubblici sono stati sperperati. A beneficio di qualcuno.

In alto, l’auditor general Karen Hogan (screenshot dall’audit di ieri)

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