Canada

“Aiuteremo gli afghani
finché sarà possibile”

OTTAWA – Oltre 1.100 persone già evacuate e la promessa di un lavoro “instancabile” per continuare a strappare persone dall’Afghanistan tormentato dai conflitti, “finché sarà sicuro farlo”. Questo, in estrema sintesi, quanto emerso dalla conferenza stampa che ieri mattina ha visto quattro ministri del Governo Trudeau intervenire sulla questione afghana. Maryam Monsef (Donne e Uguglianza), Marco Mendicino (Immigrazione), Harjit Sajjan (Difesa) e Marc Garneau (Esteri) hanno fatto il punto della situazione, rispondendo alle domande dei giornalisti.

“Le difficili condizioni di sicurezza a Kabul stanno cambiando rapidamente, anche di ora in ora, ma il personale canadese sta facendo tutto ciò che è in suo potere per mettere in salvo le persone”, ha detto Sajjan.

“I voli di evacuazione canadesi – ha aggiunto Mendicino – hanno portato più di 1.100 persone fuori dall’Afghanistan questo mese, con 12 voli a partire dallo scorso 4 agosto”. E poi: “40 famiglie evacuate prima che i talebani marciassero a Kabul hanno già completato i loro periodi di quarantena in Canada. Una di queste famiglie è già cresciuta: è nata una bambina, sua madre l’ha data alla luce qui e la piccola è cittadina canadese”.

I primi voli erano decollati prima dell’arrivo dei talebani a Kabul. Poi, da quando la capitale è stata presa, sono partiti tre aerei: il primo giovedì scorso, con a bordo 175 afghani in fuga e altri 13 stranieri, tutti diretti verso altri Paesi; il secondo venerdì, con altri 106 afghani destinati, invece, all’insediamento in Canada; il terzo sabato, con 121 persone a bordo. “Tutti gli sfollati afghani erano interpreti e altri lavoratori che hanno sostenuto gli sforzi militari e diplomatici del Canada nel Paese”, hanno aggiunto i ministri in conferenza.

La scorsa settimana, il governo federale si era impegnato a portare in Canada 20.000 afghani, ma il ministro Mendicino ieri ha precisato che “non tutti i 20.000 dovrebbero arrivare quest’anno” e che comunque “gli afghani dovranno trovare una propria via d’uscita dall’Afghanistan verso aree designate per poter essere imbarcati, poiché i talebani controllano i checkpoint dentro e fuori il Paese”, ha aggiunto.

La complicata situazione all’aeroporto di Kabul – dove nell’ultima settimana si sono registrati 20 morti – sta rendendo tutto più difficile. “La situazione è instabile, è precaria. E quindi rimaniamo in costante contatto con tutte le persone che stiamo cercando di aiutare, e abbiamo dato piena discrezione operativa alle forze armate per fare qualsiasi chiamata di cui hanno bisogno per portare quelle persone sui voli. Abbiamo fatto dei progressi, ma c’è ancora molto lavoro da fare”, ha detto Mendicino.

Il ministro ha quindi affermato che si spera che i talebani manterranno la loro parola per consentire alle persone che vogliono andarsene di andarsene. “L’abbiamo reso molto chiaro pubblicamente e continueremo a farlo in modo che i talebani permettano a tutte le persone che stanno cercando di lasciare l’Afghanistan di trovare un modo sicuro di farlo”, ha detto.

Il ministro Sajjan ha però ricordato che la situazione a terra all’aeroporto di Kabul sta cambiando di ora in ora. “La situazione sul campo è estremamente caotica e difficile”.

E proprio dal “campo” arrivano testimonianze che non lasciano spazio a dubbi. Come quella di un interprete in attesa, a Kabul, di essere evacuato in Canada con la moglie ed i tre figli, che ha riferito – come riportava ieri la CBC – che i militanti talebani hanno bussato alla sua porta venerdì mattina chiedendo cosa faccia per vivere e perché si trovi lì. L’interprete – che ha lavorato con le forze armate canadesi a Kandahar – ha mentito, rispondendo che lavora in un panificio a Kabul. Ha poi raccontato ai giornalisti, in forma anonima, di aver presentato la sua domanda di reinsediamento in Canada il mese scorso e che lui e sua moglie hanno visitato l’ambasciata canadese a Kabul il 5 agosto, prima che i talebani prendessero il controllo della capitale afgana. Ma da allora non ha più avuto notizie dal governo canadese. Potrebbe raggiungere l’aeroporto di Kabul, ma non è sicuro di poter entrare con la sua famiglia a causa della grande folla di persone che aspettano fuori.

“È molto pericoloso essere a Kabul”, ha aggiunto. “Le cose stanno peggiorando di ora in ora”.

Nella foto in alto, il Ministro per l’Immigrazione, Marco Mendicino e, qui sotto, i quattro ministri in conferenza stampa ieri

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