Canada

Libertà su cauzione,
garanzia per gli innocenti

TORONTO – Riformare la “politica della cauzione” del Canada per tenere in carcere i delinquenti incalliti non solo non ridurrà la criminalità, ma aumenterà il rischio che restino in prigione persone innocenti: è quanto sostengono criminologi ed esperti, che criticano la posizione del leader conservatore Pierre Poilievre, autore della richiesta di modificare la “politica della cauzione” dopoil caso del 25enne Randall McKenzie, accusato dell’omicidio dell’agente della Polizia Provinciale dell’Ontario (OPP) Greg Pierzchala, ucciso alla fine di dicembre: McKenzie era libero su cauzione e non si era presentato all’ultima udienza in tribunale dove era sotto processo per reati precedenti.

Carolyn Yule, professoressa di sociologia e antropologia all’Università di Guelph che studia la libertà su cauzione, ha affermato di comprendere la preoccupazione pubblica dietro le richieste di cambiamento del sistema, ma ha aggiunto che non ci sono prove che suggeriscano che un approccio “duro contro il crimine” alla cauzione aumenti la sicurezza pubblica.

I dati mostrano che la maggior parte delle persone nelle carceri canadesi è detenuta in custodia cautelare, prima di essere processata o prima di essere stata condannata. E meno della metà di tutte le condanne si traduce in carcere.

“Questo è ciò che la cauzione cerca di bilanciare, giusto? È la presunzione di innocenza, che è protetta dalla Carta”, ha sottolineato Yule. “Le persone ragionevoli possono non essere d’accordo su come raggiungere questo equilibrio, ma questo è l’equilibrio che i tribunali stanno cercando di raggiungere quando prendono decisioni sulla cauzione – e la presunzione di innocenza è importante”.

Secondo la professoressa Yule, la legge esistente sulla cauzione offre ai giudici ampio spazio per trattenere coloro che sono considerati pericolosi o che potrebbero non presentarsi in tribunale. E si tratta di “interpretazione”, anche se “mancano dati-chiave, inclusa la frequenza con cui i trasgressori violano le loro condizioni e quali conseguenze devono affrontare in genere”.

Una criminologa della Toronto Metropolitan University, Jane Sprott, ha a sua volta affermato che non esiste un modo affidabile per prevedere chi commetterà reati violenti, ricordando che non tutti coloro che vengono rilasciati su cauzione tornano a commettere reati. Se il governo introduce misure per cercare di prevedere quali persone accusate sono più propense a farlo, quelle stesse persone potrebbero finire per essere punite senza alcuna certezza “e questo crea tutta una serie di problemi legali e personali”, ha detto. E poi è più difficile per le persone detenute organizzare una difesa, dato il loro limitato accesso telefonico.  Molte persone corrono il rischio di perdere la casa e il lavoro mentre sono dietro le sbarre, ha aggiunto Sprott. E magari sono innocenti.

Un’altra criminologa, Cheryl Webster dell’Università di Ottawa, ha affermato che il “difetto fatale” nell’argomentazione di Poilievre è che sarebbe possibile identificare quelli che lei chiama “falsi negativi” – o persone che sono state valutate come non pericolose ma che si sono rivelate esserlo. “Decenni di ricerca” sull’inabilitazione selettiva – l’incarcerazione di persone che si prevede siano ad alto rischio di commettere più crimini – hanno “ripetutamente fallito nell’identificare ed incarcerare i criminali sufficientemente presto nella loro carriera per raccogliere i benefici della riduzione della criminalità”.

Per le tre esperte, intervistate dalla Canadian Press, è dunque rischioso e, probabilmente, anche inutile modificare la “politica della cauzione”: non ci sarebbe alcuna garanzia di maggiore sicurezza per i cittadini.

Foto di Matthew Ansley su Unsplash

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