29 giugno 2009, Viareggio: trentadue morti, un intero quartiere divorato dalle fiamme, famiglie rovinate, una città ferita per sempre. Ma fu solo “uno spiacevolissimo episodio”, secondo l’allora amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Lui, durante un’audizione al Senato, ha definito così il disastro che colpì la città del Carnevale a pochi minuti dalla mezzanotte di una giornata d’estate come tante altre: erano le 23.48 quando il deragliamento di un treno merci carico di gpl deragliò alla stazione, scatenando l’inferno.
Oggi, quindici anni dopo, le scandalose parole dell’ex “manager” (che per quello “spiacevolissimo episodio” è stato condannato, insieme ad altri, per disastro ferroviario) sono diventate il titolo di un libro dei giornalisti Giovanni Lorenzini e Francesco Bertolucci, edito da “L’Ancora”, il cui ricavato sarà devoluto interamente all’associazione dei familiari delle vittime di quella che è passata alla storia come “strage di Viareggio”.
Chi scrive, ha la fortuna di conoscere personalmente Giovanni e Francesco e di avere lavorato con loro: sono infatti due colleghi del quotidiano “La Nazione” nel quale ho prestato servizio per venticique anni prima di trasferirmi in Canada. In quel periodo io ero alla redazione di Pisa e proprio all’ospedale della città della Torre furono portati alcuni dei sopravvissuti alla terribile esplosione: la mattina del 30 giugno 2009 fui quindi inviato là, a raccogliere testimonianze fra i parenti dei ricoverati e poi via, di corsa in redazione a scrivere per l’edizione straordinaria (cartacea) che uscì nel primo pomeriggio, per aggiornare i lettori in tempo reale, quando ancora era possibile (ma lo fu per poco…) competere con l’internet.
Il destino volle che l’anno dopo, il 2010, fui trasferito alla redazione di Viareggio, dove per due anni lavorai fianco a fianco con gli autori del libro: Giovanni Lorenzini (con il quale condividevo il ruolo di vicecapo della redazione allora guidata da Enrico Salvadori) e Francesco Bertolucci, all’epoca collaboratore giovane ma già validissimo, in grado di passare in scioltezza dai tabellini delle partitine della domenica a giganteschi fatti di cronaca come, appunto, la famigerata strage: e pure quella notte Francesco era “sul posto” insieme a Giovanni, redattore esperto che era “di notturno”, come si dice in gergo… doveva cioè coprire eventuali fatti di cronaca nera dopo la chiusura del giornale. Toccò a lui, quindi, chiamare la sede centrale del quotidiano, a Firenze. “Nella redazione fiorentina – ricorda Lorenzini – quella notte era di turno il collega Michele Manzotti (purtroppo venuto prematuramente a mancare due anni fa): lo chiamai da casa, dicendo ‘fermate il giornale perché c’è stata un’esplosione con incendio alla stazione. Vado a vedere…’. Pensate: io ero stato in redazione fino alle 23.30 quando avevo fatto l’ ultimo giro di nera. ‘Tutto tranquillo’, mi avevano risposto. Le ultime parole famose, purtroppo…”.

Alle 23.48, alla stazione, il deragliamento del treno merci carico di gpl e l’inferno. Da quella notte in poi, il lavoro nella redazione di Viareggio non fu più lo stesso, per anni: tutto ruotava intorno alla strage.
Oggi, quindici anni dopo, Lorenzini e Bertolucci – che insieme agli altri colleghi della redazione viareggina seguirono, giorno per giorno, l’intera vicenda – hanno deciso di riassumere in un libro l’enorme bagaglio di informazioni e di esperienze accumulate in questo lungo “viaggio” giornalistico.

“Uno spiacevolissimo episodio” racconta quindi cosa è successo la notte del 29 giugno 2009 e cerca di far luce su come sia potuto accadere che l’asse di un treno che viaggiava sulla rete ferroviaria europea trasportando merci pericolose si sia rotto per usura causando una strage e, allo stesso tempo, seguendo il filo rosso delle indagini e dei processi, narra gli accadimenti e le inchieste degli ultimi quindici anni che hanno messo a nudo lo stato in cui versava la sicurezza ferroviaria europea e la sua situazione attuale. “Un argomento centrale per il prossimo futuro – spiega Bertolucci – dato che entro il 2030, in nome della transizione verde, il numero di treni merci che portano sostanze pericolose sulla rete ferroviaria europea – dal gpl alle scorie nucleari – è destinato praticamente a raddoppiare”.
Una storia che non è ancora finita, dunque, nemmeno a processi chiusi “anche se mancano ancora due gradi di giudizio per quantificare le pene dei condannati”, dice Lorenzini, che aggiunge: “Credo fosse doveroso fare un libro ‘viareggino’ su questa vicenda, ma mi piacerebbe un volume scritto a 60 mani, con un capitolo a testa scritto da tutti i giornalisti viareggini che hanno seguito il caso dalla notte del 29 giugno 2009 fino alla parola alle sentenze passate in giudicato”.
Il libro è reperibile on line su Amazon (qui) dove si può acquistare per 12 euro, pochi e spesi benissimo sia per l’affidabilità dei due autori, giornalisti coi fiocchi, sia perché – lo ripetiamo – il ricavato sarà devoluto interamente ai familiari delle vittime della strage, riuniti in un’associazione che si chiama “Il Mondo Che Vorrei”. Un nome di speranza. Nonostante tutto.