Il sondaggio

Canadesi favorevoli
ad aiuti umanitari e sanzioni

TORONTO – Dopo essere intervenuto in videoconferenza alla House of Commons a Ottawa martedì, ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato davanti al Congresso degli Stati Uniti. In entrambi i casi Zelensky ha ribadito la richiesta di una no fly zone sull’Ucraina e l’imposizione di “nuovi pacchetti di sanzioni” a Mosca “finché la macchina militare russa non si fermerà”. Lo ha fatto con il cuore in mano, con passione e determinazione.

Dopo tre settimane di copertura ininterrotta dell’attacco russo all’Ucraina, non è chiaro però fino a che punto i canadesi fossero, nei giorni precedenti il ​​suo discorso, inclini a soddisfare le richieste di Zelensky. Quel che appare chiaro man mano che i giorni passano è il sostegno sempre più forte al popolo ucraino.

Da un nuovo sondaggio di Angus Reid risulta che la metà (48%) dei canadesi è incline a inviare più armi letali in Europa. Nelle ultime sei settimane si è quindi triplicato il supporto all’invio di queste armi al Paese invaso dai soldati russi ed al contempo si è quasi dimezzato, scendendo al 12%, quello dei canadesi che affermano che questo paese non ha alcun ruolo da svolgere nella guerra. Tuttavia, il desiderio di un’azione conflittuale più diretta è debole. Mentre il 48% afferma di sostenere l’invio di armamenti e armi militari in Ucraina, due canadesi su cinque (43%) affermano che il Canada dovrebbe sostenere l’adesione dell’Ucraina alla Nato, una misura che sicuramente inasprirebbe la Russia, che vuole la garanzia che l’Ucraina non farà parte dell’alleanza. Un terzo (36%) afferma di appoggiare l’invio di denaro per finanziare direttamente la difesa dell’Ucraina. Un numero simile (36%) afferma di voler aumentare le dimensioni della missione di addestramento del Canada in Ucraina.

Molto più piccolo è il sostegno all’invio di truppe canadesi nella zona di battaglia per combattere a fianco delle forze ucraine: il 16% si dice favorevole. Ad affermare che il Canada dovrebbe starne fuori del tutto è solo il 12%.

L’invio di aiuti letali è tuttavia molto meno allettante per i canadesi rispetto ad azioni meno conflittuali – alcune delle quali sono già state intraprese – come l’aiuto umanitario (79%) e l’imposizione di sanzioni economiche ampie (68%) e mirate (64%).

Oltre al desiderio di inviare aiuti umanitari, quattro canadesi su cinque dicono di sostenere il piano del governo liberale di consentire un numero illimitato di rifugiati ucraini nel Paese nelle prossime settimane e nei mesi a venire. Il Canada ospita già 1,4 milioni di canadesi ucraini che rappresentano la popolazione più grande di ucraini al di fuori dell’Ucraina stessa.

È un legame, questo, che può aiutare a spiegare il livello considerevolmente più elevato di sostegno verso i rifugiati di questo Paese sulla scia di questo conflitto rispetto al livello offerto ai rifugiati siriani nel 2015. A quel tempo, il governo si è impegnato ad accogliere 25.000 siriani in Canada, decisione che ha avuto i favori del 39% dei canadesi. Il sostegno a quell’afflusso di rifugiati alla fine è salito al 52% nel febbraio 2016, ma è rimasto molto al di sotto dell’entusiasmo constatato ora nell’accettare gli ucraini in fuga dalla guerra.

Altri elementi importanti emersi dalla ricerca è che a sostenere il piano per accogliere i rifugiati ucraini sono nove elettori liberali su dieci (90%) ed ndippini (92%). Meno propensi ad accogliere gli ucraini nel nostro Paese sono apparsi essere i conservatori: il supporto tra gli elettori del PC è inferiore (75%) ma pur sempre cospicuo.

Due canadesi su cinque (43%) appoggerebbero il Canada nel sostenere la campagna dell’Ucraina per poter aderire alla Nato.

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