Canada

Scontro Xi-Trudeau,
“mancanza di rispetto”

TORONTO – “Mancanza di rispetto”. È questa l’impressione che i canadesi hanno avuto guardando il video “catturato” durante il vertice G20 a Bali, la scorsa settimana, che ha immortalato lo “scontro” fra il primo ministtro Justin Trudeau ed il presidente cinese Xi Jinping.

Com’è noto, il leader della Repubblica Popolare ha “bacchettato” Trudeau per avere riferito alla stampa i contenuti di un loro precedente colloquio (relativo alle presunte interferenze cinesi sulle elezioni federali canadesi del 2019) ed il primo ministro canadese ha ribattuto sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e trasparente.

“Tutto ciò di cui abbiamo discusso è trapelato sui giornali, non è appropriato”, ha detto Xi a Trudeau che ha risposto: “Noi crediamo nel dialogo libero, aperto e franco ed è quello che continueremo ad avere. Continueremo a cercare di lavorare insieme in modo costruttivo, ma ci saranno cose su cui non saremo d’accordo”.

Quello che ha fatto “male” ai canadesi, però, non è stato tanto il contenuto del confronto fra i due leader, ma il modo in cui si è posto Xi nei confronti di Trudeau.

L’ex ambasciatore canadese in Cina, Guy Saint-Jacques, intervistato da CTV, ha parlato di atteggiamento “insolito” per un leader cinese. “Nella cultura cinese non dovresti far perdere la faccia al tuo interlocutore e ti aspetti che il tuo interlocutore non ti faccia perdere la faccia. Ma nel video vediamo che Xi Jinping è rosso in viso… è agitato perché muove le braccia, cosa che di solito non fa quando incontra qualcuno. E chiaramente voleva far passare un messaggio. Peccato che non abbiamo sentito tutto quello che ha detto perché il primo ministro Trudeau ha interrotto il traduttore per ribattere a Jinping”, ha detto Saint-Jacques, aggiungendo che “chiaramente, Xi Jinping sente che il Canada è un Paese minore, non ha molto tempo per Trudeau e questo dimostra quanto sarà complicato cercare di ristabilire un minimo di rapporti… direi che il rispetto funziona in entrambi i sensi, e chiaramente il primo ministro Trudeau non avrebbe dovuto essere rimproverato in questo modo in pubblico da Xi Jinping”.

Secondo l’amministratore delegato del MacDonald Laurier Institute, Brian Lee Crowley, “il linguaggio del corpo di Xi, che cercava di allontanarsi da Trudeau che stava parlando, comunicava mancanza di rispetto, un disinteresse per ciò che il primo ministro del Canada stava dicendo”.

Per il caso di Bali, Trudeau ha ottenuto ovviamente la solidarietà dei propri ministri a cominciare da Francois-Philippe Champagne, ministro dell’Innovazione, della Scienza e dell’Industria. “Sono contento che il nostro primo ministro si sia alzato in piedi come fa sempre per il Canada. Non tollereremo questo tipo di cose, come le interferenze nella nostra democrazia. Dobbiamo tenere sempre gli occhi ben aperti…”.

Ma sono di tutt’altro parere gli esponenti dell’opposizione. Secondo il ministro-ombra conservatore degli Esteri, Michael Chong, “il primo ministro è andato al vertice impreparato a rappresentare gli interessi ed i valori del Canada. Dobbiamo ancora avere la strategia indo-pacifica dal governo, doveva essere completata molto tempo fa… inoltre, è importante che in Canada agiamo per contrastare l’ingerenza della Cina nella nostra democrazia, ma Trudeau ha limitato la questione ad una conversazione privata con Jinping”, ha detto Chong.

La ministra-ombra ndippina degli Esteri, Heather McPherson, ha rincarato la dose: “Non è il primo incidente diplomatico del primo ministro e sicuramente non migliorerà le relazioni diplomatiche con la Cina. Anche i ritardi nella nomina di un ambasciatore non aiutano. In definitiva, è importante per il Canada resistere all’interferenza straniera da parte della Cina nelle nostre elezioni e dobbiamo cogliere ogni opportunità per diversificare il nostro commercio. La Cina non è un partner commerciale affidabile ed è importante costruire solide relazioni con altri Paesi di quella regione”, ha affermato McPherson.

Nel frattempo, diversi membri del Parlamento hanno espresso preoccupazione per le accuse secondo cui la Cina avrebbe finanziato segretamente undici candidati alle elezioni federali del 2019. La commissione per le procedure e gli affari interni ha infatti approvato una mozione per dedicare quattro riunioni allo studio del rapporto, invitando diversi funzionari della sicurezza e delle elezioni a testimoniare davanti a loro sulla questione. Secondo il deputato conservatore Michael Cooper, che ha presentato la mozione, “questa interferenza è semplicemente intollerabile. È inaccettabile. I canadesi e solo i canadesi dovrebbero decidere i risultati delle elezioni, liberi da interferenze straniere”.

Pochi giorni prima del G20, anche il ministro degli Esteri, Melanie Joly, era intervenuta sulla questione delle interferenze estere sulla politica del Canada, definendole “intollerabili”. E nell’occasione aveva indirizzato aspre critiche al regime cinese, avvertendo i canadesi dei “rischi” possibili nel fare affari in Cina e dintorni. “I loro interessi e valori si discostano sempre più dai nostri”. I rapporti Canada-Cina, si sa, già non erano buoni. Figuriamoci adesso…

Nella foto in alto, il faccia a faccia tra Justin Trudeau e Xi Jiping al G20 di Bali (screenshot tratto dal video diffuso sui social network)

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