TORONTO – La regolarità del voto dei residenti all’estero, nella ripartizione Nord e Centro America, è minacciata dal rischio concreto di brogli elettorali. A denunciarlo è Andrea Di Giuseppe, candidato di Fratelli d’Italia e capolista della coalizione di centrodestra per la Camera dei Deputati, attraverso una querela depositata presso la Procura di Roma dal suo legale Romolo Reboa. Sulla base di quanto è stato riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, sull’esposto si ipotizza che “ci siano decine di migliaia di persone che risultano presenti nelle liste elettorali della ripartizione America settentrionale e centrale benché decedute”: risulterebbe così “altamente probabile che, in loro nome, vi siano dei terzi che esercitano il diritto di voto”.
Nella denuncia, vengono incrociati i dati degli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), con quelli dell’Inps, l’ente erogatore delle pensioni, e secondo il candidato del centrodestra, i numeri metterebbero in evidenza una significativa discrepanza nella ripartizione Nord e Centro America. “Su un totale di 437.802 nominativi presenti nella lista – continua la denuncia riportata dalla Adnkronos – 55.490 hanno tra 70 e 79 anni. 45.441 tra 80 e 89 anni, 21.427 fino a 98 anni. E 2.218 più di 99 anni”. Un dato questo ritenuto irrealistico, almeno dal candidato di Fratelli d’Italia.
“È altamente probabile – prosegue la denuncia – che la maggior parte dei 124.576 italiani iscritti all’Aire goda di pensione Inps o di altra cassa”.
“Considerato – si legge ancora – che gli italiani iscritti all’Aire sono circa 5.600.000, ove la percentuale di oltre il 28% di ultrasettantenni che emerge nelle liste elettorali della ripartizione America settentrionale e centrale fosse omogenea, si avrebbe il risultato di oltre 1.550.000 ultrasettantenni residenti all’estero. L’Inps, sul proprio sito internet dichiara di pagare in regime di totalizzazione estera 714.000 pensioni, per un totale di circa 508.000.000 di euro, di cui il 20,9% nel Nord America e, all’interno di tale area, il 19,3% negli Stati Uniti. Ne deriva che nel Nord America vengono erogate dall’Inps pensioni a quasi 150.000 persone”.
“I dati Istat – prosegue la denuncia – ci dicono che gli italiani centenari viventi al 1 gennaio 2021 erano 17.156, su una popolazione complessiva di 58.983.122 persone. Tale dato (influenzato da quello degli italiani iscritti nelle liste Aire) significa che il numero dei centenari è pari ad una percentuale dello 0,00029% dell’intera popolazione. Viceversa n° 2.218 centenari su 437.802 nominativi significa una percentuale dello 0,00500%, che è palesemente irrealistica e, quindi, evidenzia un dato non veritiero”. “L’analisi dei dati rende quindi realisticamente ipotizzabile che vi siano decine di migliaia di persone che risultano presenti nelle liste degli liste elettorali della ripartizione America settentrionale e centrale benché decedute, e che, quindi, sia altamente probabile che, in loro nome, vi siano dei terzi che esercitano il diritto di voto, fatto che potrebbe anche essere non occasionale, ma l’esecuzione di un consolidato disegno criminoso”.
Una denuncia pesante, che ovviamente dovrà essere dimostrata. Nella denuncia-querela nei confronti di ignoti, infatti, si chiede, “che vengano compiuti dall’Autorità Giudiziaria adita tutti gli accertamenti urgenti per assicurare il corretto espletamento delle operazioni elettorali per la Circoscrizione estero, e, in particolare, per la ripartizione America settentrionale e centrale”.
Di Giuseppe, sempre secondo quanto riportato dall’Adnkronos, punta il dito contro il sistema di voto per corrispondenza per gli italiani all’estero, che avrebbe “ha una fragilità intrinseca, atteso che non garantisce che il voto sia esercitato effettivamente dall’elettore e non già dalla persona che materialmente recepisce la busta (la busta preaffrancata inviata dagli uffici consolari per esprimere il voto, ndr.), che può anche essere un familiare, ma ben potrebbe essere un terzo, ad esempio un centro servizi che il cittadino italiano ha indicato all’Aire come propria residenza nei frequenti casi (specie negli Stati Uniti) di accentuata mobilità all’interno dello Stato in cui si è emigrati”.
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