GORLA (Milano) – In Italia, la narrazione della seconda guerra mondiale è sempre stata quasi esclusivamente incentrata sulle imprese della Resistenza e sugli orrendi eccidi perpetrati dai nazifascisti contro la popolazione civile. Ma ci furono altre stragi di civili, in quegli stessi drammatici anni. Altri eccidi, ma non nazifascisti, bensì americani. Gli “alleati”, infatti, procedendo nella loro avanzata italiana, sganciavano bombe e non sempre colpivano “obiettivi strategici”. Come il 20 ottobre del 1944, ottanta anni fa: quel giorno, le bombe americane finirono anche nel quartiere milanese di Gorla, in particolare su una scuola elementare, uccidendo 184 bambini, 14 insegnanti, 4 bidelli, la direttrice della scuola ed un’assistente sanitaria.
Un’orrenda strage della quale si è sempre parlato troppo poco ma che ieri, grazie al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è finita alla ribalta di tutte le cronache: il Capo dello Stato, infatti, si è recato di persona a Gorla – primo Capo dello Stato a farlo in ottant’anni – per partecipare alla commemorazione delle vittime dell’eccidio: ha deposto una corona di fiori (nella foto sotto, da www.quirinale.it) e si è fermato in raccoglimento nella cripta (nella foto in alto, da www.quirinale.it) sotto il monumento che ricorda i 184 bambini, definendo quella strage “una tragedia insensata, inimmaginabile, immane, indimenticabile per chiunque, non solo per voi, perché il dolore non si dimentica”, ha detto Mattarella rivolgendosi ai familiari delle vittime ed ai sopravvissuti all’eccidio.
«Siamo stati bravi noi a tenere viva la memoria, signor Presidente», gli ha detto una delle sopravvissute alla strage: Graziella Ghisalberti, quasi 88 anni, 80 dei quali dedicati a battersi affinché quanto accaduto in quella mattina di ottobre non venisse dimenticato. «Sì, siete stati proprio bravi», le ha risposto il Presidente, tenendole la mano (nella foto qui sotto, da www.quirinale.it).
Mentre parlavano (il loro lungo colloquio è nel video qui sopra), nel palazzo di fronte qualcuno ha esposto una bandiera palestinese (come si vede in un video pubblicato dal Corriere della Sera). Forse per ricordare che nel mondo, ancora oggi, si sganciano bombe su scuole e bambini.
20 ottobre 1944, ore 11.29: ottanta tonnellate di esplosivo
scaricate sulla popolazione inerme dai bombardieri Usa
GORLA (Milano) – 20 ottobre 1944, ore 7.58: i bombardieri americani del 451º Bomb Group decollano dalla pista dell’aeroporto di Castelluccio dei Sauri, nei pressi di Foggia, per raggiungere gli “obiettivi strategici” del giorno, vale a dire le fabbriche Breda, Alfa Romeo e Isotta Fraschini nella provincia di Milano. L’attacco viene ripartito in due successive ondate: l’azione della prima ondata non ha successo a causa di un problema tecnico e le bombe, fortunatamente, finiscono in aperta campagna senza provocare vittime; la seconda ondata, probabilmente per l’errata trascrizione/interpretazione delle coordinate in codice, una volta raggiunto il punto iniziale sopra Milano, vira a destra invece che a sinistra e quando l’errore viene rilevato è troppo tardi per cambiare direzione: ma i bombardieri americani decidono comunque di “liberarsi” subito del carico, sganciando le loro 342 bombe da 500 libbre sugli abitati di Gorla e Precotto, invece che durante il viaggio di ritorno sulla campagna cremonese o nel Mar Adriatico.
Sono le 11.29 del 20 ottobre del 1944 e gli abitati dei due quartieri milanesi vengono investiti da quasi 80 tonnellate di esplosivo, la maggior parte delle quali raggiunge il quartiere di Gorla: uno degli ordigni centra il vano-scale della scuola elementare “Francesco Crispi”, proprio mentre bambini e personale scolastico stanno scendendo per raggiungere il rifugio sotterraneo dell’edificio, avendo sentito suonare l’allarme. Muoiono 184 bambini, 14 insegnanti, 4 bidelli, la direttrice della scuola ed un’assistente sanitaria. Nella città di Milano, in quel 20 ottobre, le vittime sono 614, oltre ad alcune centinaia di feriti.

Da quel momento, per la gente di Gorla il sito della scuola diventa un luogo della memoria, grazie ad un gruppo di genitori che non si arrende all’idea del Comune di Milano di vendere quel terreno e riesce, nel giro di alcuni anni, a far innalzare in quel luogo il monumento intitolato ai “Piccoli Martiri di Gorla”, realizzato dallo scultore Remo Brioschi ed inaugurato nel 1952.

La piazza dove aveva sede la scuola, Piazza Redipuglia, diventa Piazza dei Piccoli Martiri e nella cripta del monumento, nella seconda metà degli Anni Cinquanta, vengono trasferite le ossa delle piccole vittime, insieme a quelle dei loro insegnanti. Nella cripta, soltanto un’iscrizione: “E VI AVEVO DETTO DI AMARVI COME FRATELLI”.

Anche la nuova scuola elementare riedificata a Gorla è dedicata ai Piccoli Martiri di Gorla, mentre ad un’altra è stato dato il nome della scuola distrutta, “Francesco Crispi”.
Nel 2019, ad una settimana esatta dalla commemorazione dei 75 anni della strage, la console americana a Milano, Elizabeth Lee Martinez, ha inviato una lettera al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con le condoglianze alle famiglie delle vittime della strage di Gorla. 75 anni dopo.