La borsa femminile come la conosciamo oggi è un’invenzione relativamente recente. Per secoli le donne delle classi superiori hanno preferito la chatelaine. Come si vede sopra, l’accessorio era concettualmente una sorta di borsetta dal contenuto rovesciato all’infuori e collegato alla vita con una serie di delicate catene. Serviva uno scopo non dissimile dalla cintura portautensili di un artigiano moderno.
Il nome è un ricalco (tardivo, dell’inizio Ottocento) del francese “châtelaine”, “castellana”, cioè la moglie del castellano, la signora che comandava in un castello. È ragionevole supporre che l’oggetto derivasse dalla cintola con le chiavi solitamente portata dalla “padrona”, accresciuta poi – almeno inizialmente – da altri piccoli attrezzi di uso quotidiano: un astuccio porta aghi, forbicine e così via.
L’usanza e l’oggetto stesso erano comunque molto più antichi del suo nome attuale. Già in epoca romana le chatelaine facevano parte degli oggetti da toilette delle signore perbene, arricchite di piccoli strumenti per pulire orecchie e unghie, pinzette e quant’altro. Esemplari sono stati ritrovati in tombe risalenti al 7° e 8° secoli, un’indicazione del valore simbolico dell’accessorio come rappresentazione dell’autorità – almeno domestica – di chi lo portava.
Dal Seicento le chatelaine sono diventate anche oggetti di alta gioielleria, portate non solo dalla padrona, ma anche dalle figlie dei ricchi che potevano permettersele – dalle “aspiranti padrone” cioè – e si sono arricchite di altri elementi meno utilitari: boccettine di profumo, rouge, specchietti, limette, orologi, i “sali” per riprendersi dai piccoli ed eleganti svenimenti, oggettini portafortuna, minuscoli blocchetti per gli appunti, tutti i ninnoli possibili.
L’uso è sopravvissuto fino al tardo Ottocento per poi scomparire. È probabile che il passare della chatelaine creasse un piccolo problema per la servitù e per i figli. La donna che la portava “tintinnava” in movimento, allertando tutti del suo arrivo. Senza, poteva avvicinarsi a sorpresa…
Una bella raccolta d’immagini dell’accessorio è consultabile qui.
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