TORONTO – Mascherine sì o mascherine no? Dopo che con l’allentamento delle restrizioni in Ontario le mascherine non sono più obbligatorie nella maggior parte delle strutture, la polemica impazza. Da un lato c’è chi della protezione garantita dalle mascherine non riesce a farne a meno, dall’altro chi non vedeva l’ora di liberarsene, e di indossarle, ora che il governo ne ha tolto l’obbligo, non ne vuole sentire parlare. E così mentre Uber Canada non richiederà più ai clienti di usarle a partire da venerdì, la compagnia di taxi di Toronto Beck Taxi ha deciso di continuare a imporre il loro uso.
Ma “indossare le mascherine non è obbligatorio ma è consigliato continuare a usarle” che medici ed epidemiologi in prima linea continuano a ripetere come un mantra non fa altro che creare ulteriore confusione. Lo stesso premier della provincia Doug Ford ha annunciato con evidente soddisfazione che nella provincia l’obbligo di mascherina era finito per poi fare un mezzo passo indietro. “Non c’è più l’obbligo ma indossarle non farà di certo male”, ha affermato. Di fatto le mascherine continuano ad essere obbligatorie in vari contesti ad alto rischio, inclusi ospedali, case di cura a lunga degenza e trasporti pubblici.
Un portavoce di Uber, dopo aver dichiarato che i clienti – tranne che in Quebec – dal 22 aprile non saranno tenuti a coprirsi il viso, ha detto che “i conducenti potranno comunque richiedere che i clienti indossino mascherine e se si rifiutano potranno annullare la corsa per motivi di sicurezza”. “Raccomandiamo ancora vivamente di indossare una mascherina tenendo in considerazione i fattori di rischio personali e i tassi di infezione nella zona”, ha affermato il portavoce.
Era maggio del 2020, la pandemia era iniziata da circa due mesi, quando Uber ha richiesto l’uso di questo dispositivo di protezione a tutti i passeggeri ma ora che molte province ne hanno rimosso l’obbligatorietà, la società di ridesharing ha deciso di allinearsi alla regola non scritta in base alla quale “la mascherina non è doverosa ma è bene usarla”. Intanto, mentre Uber ha deciso di non imporre più le mascherine, la concorrente Lyft ha affermato che sulle sue auto la mascherina continua ad essere obbligatoria.
“Better safe than sorry” ovvero “è saggio essere prudenti e proteggersi dai rischi piuttosto che essere avventati” è un modo di dire che calza a pennello anche a Beck Taxi, la più grande compagnia di taxi di Toronto, che ha deciso di richiedere che tutti i passeggeri e i tassisti indossino, almeno per il momento, mascherine. “Sappiamo che molte persone, comprese quelle più fragili, fanno affidamento sulla sicurezza dei servizi di noleggio come il nostro e gli autisti ci chiedono di prendere decisioni informate quando si tratta di policy sulle mascherine – ha twittato la società – continueremo a richiedere le mascherine, poiché sappiamo che l’interno di un veicolo non consente una distanza di due metri tra conducente e viaggiatori, il che lo rende un ambiente ad alto rischio. Consideriamo questa una policy intelligente per la salute e la sicurezza e una policy, che si spera, si presti a mantenere la nostra economia aperta al business”.
Intanto i contagi in rapida salita nella provincia – ieri per esempio hanno superato i 1.600 – non fanno che alimentare il timore di contrarre il Covid-19 portando a reazione estreme. Una investigazione del Toronto District School Board è in corso riguardo una email inviata dall’insegnante della Northern Secondary School, Sandy Gladstone agli sudenti.
Nonostante il TDSB, pur invitando i ragazzi a indossare le mascherine per limitare la diffusione del Covid-19 ha ribadito che questa è una “decisione personale”, Gladstone è di tutt’altro parere. “Sarete ammessi in classe solo dopo aver indossato una mascherina che sarà tenuta, sul naso, per tutto il tempo che sarete con me – ha scritto Gladstone – continuerete anche a tenere giù gli zaini, lavare le mani con il sapone, seguire il protocollo”.
Gladstone ha aggiunto: “Se vi opponete a questa richiesta, e se avete deciso di infettare me e gli altri, magari anche di uccidermi, nessun problema… starete seduti nel corridoio, fuori dalla nostra classe (non girovagando)… io vi passerò dei compiti da svolgere”. Il provveditorato, non ha perso tempo a prendere le distanze e ad avviare una indagine.