Canada

Inutili anche le sanzioni ai costruttori: in due anni nemmeno un alloggio sociale

MONTREAL – L’emergenza abitativa sembra non trovare soluzione. Nemmeno la più drastica delle iniziative, come quella intrapresa del sindaco di Montreal, Valérie Plante, ha dato risultati.

Due anni fa, l’amministrazione guidata dalla Mairesse ha varato una nuova legge sugli alloggi che doveva portare alla costruzione di 600 nuove unità abitative sociali all’anno, costringendo i costruttori ad includere unità abitative sociali, familiari e, in alcuni luoghi, a prezzi accessibili, in tutti i nuovi progetti più grandi di 4.843 piedi quadrati. Pena, una multa. Oppure la consegna alla Città di terreni dove costruire alloggi sociali. Ebbene, i costruttori hanno preferito pagare le multe o consegnare i terreni. E la Città di Montreal non ha visto nemmeno una nuova casa “abbordabile”.

Secondo i dati diffusi da Ensemble Montréal, l’opposizione ufficiale della città, e pubblicati dalla CBC, dall’entrata in vigore del regolamento (nell’aprile 2021) ci sono stati 150 nuovi progetti da parte di sviluppatori privati, per un totale di 7.100 unità abitative, ma nessuna di esse è stata trasformata in alloggi a prezzi accessibili: quasi tutti i costruttori hanno optato, invece, per il compenso finanziario alla Città di Montreal e cinque di essi hanno scelto l’alternativa prevista da quella legge, cioè la cessione di un pezzo di proprietà alla Città.

Olte al danno, la beffa: il denaro pagato dagli sviluppatori privati, che è andato nel fondo per gli alloggi a prezzi accessibili della Città, ammonta finora ad un totale di 24,5 milioni di dollari, non abbastanza per sviluppare anche solo un singolo progetto di edilizia sociale, secondo gli esperti di alloggi.

“Questi numeri sono catastrofici”, ha detto Julien Hénault-Ratelle, consigliere comunale di Mercier-Hochelaga-Maisonneuve con Ensemble Montréal. “La crisi dell’accessibilità economica degli alloggi a Montreal sta peggiorando di mese in mese. Stiamo vedendo famiglie in tutta Montreal che non possono permettersi un alloggio”.

Adesso, Ensemble Montréal chiede all’amministrazione Plante di rivelare cosa intenda fare con i cinque nuovi appezzamenti ottenuti e con i 24,5 milioni di dollari riscossi. La Città, da parte sua, si difende sottolineando che il nuovo regolamento non è l’unico strumento a disposizione per rendere gli alloggi più convenienti: sono stati acquisiti terreni ed edifici per iniziative abitative, semplificando l’approvazione di progetti immobiliari e collaborando con altri partner, spiega la Città.

C’è comunque chi sostiene che quella legge non è stata formulata nel modo giusto. “Era necessaria una regola più rigida fin dall’inizio per costringere i costruttori a cedere proprietà od includere alloggi sociali”, ha dichiarato Véronique Laflamme, portavoce dell’organizzazione per la difesa degli alloggi “Front d’action populaire en réaménagement urbain (FRAPRU)”. “Se c’è l’opzione della compensazione finanziaria, è ovvio che gli sviluppatori privati opteranno per quella”.

Intanto, la situazione a Montreal è sempre più drammatica: ci sono ancora circa 24.000 famiglie in lista d’attesa per alloggi sociali ed oltre 100 inquilini erano senza alloggio al 1° luglio, ha detto Laflamme alla CBC, aggiungendo che sebbene la Città non possa risolvere il problema da sola – ha bisogno del sostegno dei livelli più alti di governo e del settore privato – sono necessarie regole come un diverso statuto della Metropoli, più forte e rigido. “Non possiamo contare sulla buona volontà degli sviluppatori privati, ma non possiamo nemmeno dare loro le chiavi della città”, ha detto Laflamme. “La domanda sorge spontanea: a chi appartiene la città? Ai costruttori o alle persone che vi vivono?”.

Foto di Matthias Mullie su Unsplash

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