TORONTO – L’erudito Filippo Bonanni, o Buonanni (1638 – 1725), fu gesuita, storico, biologo, matematico, ottico e costruttore di microscopi, e molte altre cose ancora. Nel 1681, scrisse il primo libro mai pubblicato che riguardava esclusivamente le conchiglie dei molluschi marini, la Ricreatione dell’occhio e della mente nell’osseruation’ delle Chiocciole, proposta ai curiosi delle opere della natura.
La tavola qui sopra, che riproduce l’improbabile strumento musicale chiamato “Tubo Cochleato”, appare invece nel suo Gabinetto Armonico pieno d’istromenti sonori, del 1722. Il Gabinetto, un’imponente opera di oltre 500 pagine, fu un primo tentativo di catalogare e classificare gli strumenti musicali di tutto il mondo. Contiene 152 tavole incise dall’artista ed editore fiammingo Arnold van Westerhout che raffigurano strepitosi esemplari delle tre principali categorie prese in considerazione: gli strumenti a fiato, a percussione e gli archi.
Gli oggetti considerati da Bonanni non sempre esistevano nei fatti. Non esitò a discettare sia su strumenti “reali” sia su altri che (forse) un giorno sarebbero potuti essere concretamente costruiti. È molto improbabile, per esempio, che qualcuno abbia mai suonato il Tubo Cochleato, anche se prefigura per certi versi il corno francese degli orchestrali di oggi.
È forse difficile ricordare che la moderna standardizzazione degli strumenti musicali è un fatto industriale, un fenomeno storico piuttosto recente. Come sottolinea la tradizione dei grandi liutai – Stradivari e Amati – ai tempi di Bonanni si trattò di una preziosa e difficile produzione artigianale, i cui maestri si prodigavano in infinite cure e tempi lunghissimi. Basti pensare che Antonio Stradivari costruì nel decennio tra 1695 e 1705 almeno 14 strumenti tra viole e violini – i “fratelli di legno” – utilizzando lo stesso albero di abete rosso.
Quando i maestri liutai trovavano un albero che possedeva in massimo grado tutte le caratteristiche richieste, se lo tenevano ben stretto e ne sfruttavano ogni grammo. Lo strumento musicale concepito in queste circostanze poteva essere qualsiasi cosa, anche una semplice ipotesi anziché un oggetto fisico, come nel caso di alcuni dei bellissimi strumenti di Padre Bonanni.

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