Il Commento

L’odio anti-cattolici sulla stampa
mainstream: l’obiettivo sei tu

TORONTO – “Perché permettiamo al sistema scolastico cattolico dell’Ontario di violare la Carta [dei Diritti Umani]?” Questo incredibile titolo è apparso il 28 ottobre 2022 su uno dei principali media canadesi. Sembrerebbe fatto per influenzare i giudici che stanno attualmente deliberando sull’ormai celebre caso Del Grande contro Toronto Catholic District School Board (TCDSB).

Il caso è un riesame giudiziario su questioni di diritto amministrativo, procedure giudiziarie (giusto processo), doppio rischio, privilegio qualificato (il diritto di un funzionario eletto di parlare in un’assemblea debitamente costituita senza timore di contenzioso). I detrattori di Del Grande si risentono del fatto che i fiduciari del TCDSB non lo abbiano trovato in violazione del Codice di Condotta per i Trustee. Riuscirono a far riaprire il caso senza presentare alcuna nuova prova, trovandolo successivamente “colpevole”, grazie alla fiduciaria Angela Kennedy che decise di cambiare il suo voto.

Facendo riferimento ad una recente decisione della Divisional Court relativa ad un ex frequentatore, non cattolico, in una scuola cattolica nella regione di York, lo scrittore di cui sopra (ovviamente con l’approvazione dell’editore) si sfoga verbalmente su cattolici e cattolicesimo. Se il Corriere si fosse azzardato a fare tali osservazioni, sarebbe stato citato in giudizio o accusato di crimini ispirati dall’odio. Così com’è, la superficialità delle ipotesi contenute nell’articolo evidenzia una scarsa comprensione della storia canadese, del diritto costituzionale, dell’apprezzamento del processo di integrazione e dell’impatto della recente immigrazione sulla successiva composizione demografica di quella che oggi è la Greater Toronto Area (e non solo).

Consideriamo il primo linguaggio scioccante nell’articolo: “discriminazione sanzionata dallo stato […] incubata dalla nostra complicità […] i bambini che non possono dimostrare la cattolicità potrebbero non essere ammessi alle scuole elementari finanziate con fondi pubblici […] gli insegnanti […] si vedranno negati incarichi didattici se appartenenti alla fede sbagliata […]”

L’autore di queste gemme assicura ai lettori che i cattolici sono “l’unico [gruppo religioso] autorizzato a discriminare quando offre ammissioni, lavoro e determinati ruoli all’interno delle scuole”.

Il presupposto dell’autore di quell’articolo è che i cattolici non siano una parte contribuente del sistema “finanziato con fondi pubblici”; o questo, o c’è un profondo malinteso sull’evoluzione dei finanziamenti per l’istruzione e sugli adattamenti politici negoziati per “semplificare” il sistema senza privare i diritti dei partner dell’accordo.

Ciò rende più facile diffondere la falsa e conveniente percezione che i cattolici godano di “un’istruzione religiosa chiaramente ingiusta (e costosa e ridondante) finanziata dai contribuenti”. E nel caso non lo sapeste, l’autore afferma che lo scopo originale della legge costituzionale di consentire ai genitori il diritto di “educare i propri figli secondo gli insegnamenti della loro chiesa – non è più rilevante o difendibile nel 2022”.

Vi sentite meglio?

Fatto sta che il Constitution Act, negoziato nel 1867, incorporasse accordi con i consigli scolastici cattolici senza i quali oggi non ci sarebbe il Canada. La saggezza dei preveggenti fondatori ha assicurato che la Carta dei diritti e delle libertà firmata quarant’anni fa includesse clausole che avrebbero continuato a proteggere quei diritti e quegli obblighi che il ministro dell’Istruzione deve salvaguardare. Tali tutele, infatti, sono riconosciute nel Codice dei Diritti Umani.

Questa potrebbe essere una verità scomoda per gli odiatori di cattolici.

L’autore dell’articolo è a disagio con la posizione del cattolicesimo sulla Vita, l’Aborto e l’Affermazione di Genere. E va bene. È ancora consentita l’espressione delle proprie convinzioni. È una funzione del dibattito pubblico. Con tutto il rispetto, sono sicuro che il cattolicesimo rappresenta molto di più di quanto pensino i sostenitori di questi temi di carattere “pulsanti rapidi, esche per clic”.

Il giornalismo attivista (vedi giornalismo americano ed europeo) fornisce una sola lente attraverso la quale il lettore è invitato a giudicare i fatti. Vedremo abbastanza presto se il tribunale nel caso Del Grande v. TCDSB giungerà alla stessa conclusione.

Nella foto in alto, una protesta anti-aborto davanti alla chiesa di San Carlo Borromeo in Lawrence e Dufferin (foto Corriere Canadese)

PER LEGGERE I COMMENTI PRECEDENTI: https://www.corriere.ca/il-commento/

More Articles by the Same Author: