Canada

Housing e studenti, limitazioni alle Province

TORONTO – Housing e studenti internazionali: troppi arrivi e poche case. Una questione della quale si sta discutendo in questi giorni e che ha visto varie prese di posizione e persino punti in comune fra opposizione e maggioranza.

Ora, l’ultima “voce” è che il governo vorrebbe ridurre il volume degli studenti internazionali in alcune province.

Com’è noto, Ottawa condivide la giurisdizione sul programma studentesco internazionale del Canada con le province. Il governo federale rilascia i visti per gli studenti mentre i governi provinciali sono responsabili della regolamentazione dei college e delle università.

Secondo quanto riportato da CBC Radio-Canada, il governo starebbe adesso esaminando le province che accettano più studenti internazionali di quanti ne possa accogliere il loro patrimonio immobiliare: e queste province sarebbero l’Ontario, la British Columbia e la Nova Scotia.

Sempre secondo la CBC – che parla di una “fonte” senza però nominarla – il governo avrebbe già avuto discussioni con alcune Province sulla limitazione del numero di studenti nelle aree più densamente popolate e sull’inasprimento delle norme in base alle quali gli istituti possono accettare studenti internazionali, ma che tali discussioni non sono andate da nessuna parte.

Il ministro federale dell’Immigrazione, Marc Miller, nelle ultime settimane ha ventilato l’idea di un tetto ai residenti temporanei come un modo per affrontare l’accessibilità economica degli alloggi.

Il mese scorso, il governo federale ha raddoppiato la somma di denaro di cui gli studenti internazionali hanno bisogno per dimostrare di avere accesso per richiedere un visto: i potenziali studenti ora devono dimostrare di avere accesso a 20.635 dollari invece del requisito di 10.000 dollari in vigore da due decenni. Durante una conferenza stampa in occasione dell’annuncio, nello scorso mese di dicembre, Miller ha invitato le Province a fare di più sul fronte degli studenti internazionali, criticando le normative “permissive” su alcuni istituti post-secondari. “Ci sono, nelle province, l’equivalente degli ‘allevamenti di cuccioli’ che sfornano semplicemente diplomi, e questa non è un’esperienza studentesca legittima”, ha detto Miller a dicembre.

A novembre, il governo aveva annunciato che, dopo diversi recenti aumenti dei suoi obiettivi annuali di immigrazione, si sarebbe mantenuto stabile all’obiettivo di 500.000 nuovi residenti permanenti nel 2026.

La settimana scorsa, un rapporto della Canadian Press ha rivelato che alti funzionari pubblici avevano avvertito il governo federale, già nel 2022, che l’aumento dell’immigrazione avrebbe avuto un impatto sull’accessibilità economica e sulla disponibilità degli alloggi, nonché su servizi come l’assistenza sanitaria. Ma nessuno, nel governo federale, aveva ascoltato quell’avvertimento. Salvo poi pentirsi adesso che la situazione è diventata insostenibile, come i funzionari pubblici avevano ampiamente previsto.

Nella foto in alto, il ministro Miller durante una conferenza (da Twitter X – @MarcMillerVM)

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