Trudeau presenta il suo programma:
spese per 78 miliardi
Ma è allarme sondaggi

TORONTO – Rilancio dell’economia, sostegno alla classe media, fondi alla sanità, controllo delle armi e lotta ai cambiamenti climatici. Sono questi i temi chiave della piattaforma elettorale del Partito Liberale presentata ieri a Toronto dal leader grit Justin Trudeau. Un programma, quello annunciato dal primo ministro uscente, che comprende un piano di spesa complessivo da 78 miliardi di dollari spalmati nei prossimi cinque anni, con 13 miliardi che saranno investiti nel corrente anno fiscale.

Trudeau quindi con la presentazione della piattaforma elettorale cerca in qualche modo di invertire la rotta delle ultime due settimane, con i sondaggi che danno i liberali in picchiata e i conservatori in forte ascesa.

Il primo ministro uscente cerca di contrastare l’emorragia del consenso verso il suo partito puntando anche sulla tempistica: l’Ndp di Jagmeet Singh aveva presentato il proprio programma prima della decisione di Trudeau di tornare alle urne mentre il Partito Conservatore di Erin O’Toole aveva annunciato la propria piattaforma durante il primo giorno di campagna elettorale.

Il primo ministro uscente promette un corposo piano di investimenti postpandemico per sostenere la crescita e per venire incontro alle esigenze del sistema sanitario così messo a dura prova dalla pandemia di Covid-19. Nel piano del Partito Liberale è compreso anche il programma di accoglienza dei rifugiati afghani, che raggiungeranno quota 40mila entro due anni.

Ma lo sguardo di Trudeau non è rivolto solamente al futuro. Al contrario il primo ministro uscente, durante l’annuncio di ieri, ha tracciato anche un bilancio complessivo degli ultimi sei anni al governo, difendendo con forza l’azione dell’esecutivo e promettendo di continuare, in caso di vittoria, quanto fatto a partire dal 2015.

Ora dovremo aspettare qualche giorno per vedere se la presentazione della piattaforma elettorale avrà delle conseguenze tangibili nelle intenzioni di voto, un dato questo che preoccupa fortemente l’entourage del leader liberale.

Anche i sondaggi di ieri, sulla falsariga di quanto accaduto a partire dalla metà di agosto, non sono affatto lusinghieri. Stando all’indagine demoscopica condotta dalla Nanos, il Partito Conservatore sale al 33,7 per cento, mentre i liberali non vanno oltre il 31 per cento delle intenzioni di voto, con i neodemocratici fermi al 20,3 per cento. Una situazione difficoltà che viene confermata anche da un secondo sondaggio presentato ieri, quello della Ipsos. Stando a questa indagine, il Partito Conservatore continua ad essere in testa nelle preferenze con il 32 per cento, seppur senza registrare alcun aumento rispetto al precedente sondaggio.

Il Partito Liberale, invece, si attesta al 31 per cento, segnando una perdita di 2 punti percentuali. In salita – e anche questo è un segnale preoccupante per il primo ministro uscente – l’Ndp, che si attesta al 23 per cento, con un più 2 per cento rispetto al sondaggio precedente: guarda caso, la stessa percentuale persa dai liberali. Ed è proprio questo lo scenario da incubo che i liberali vogliono evitare a tutti costi: non solo il sorpasso dei conservatori, ma anche il conseguente rafforzamento del partito guidato da Singh. Se queste due tendenze dovesse confermarsi, allora Trudeau potrebbe davvero mettere una pietra tombale sopra le aspirazioni di vittoria all’appuntamento alle urne del prossimo 20 settembre.

Il leader liberale, comunque, guarda con fiducia i due possibili snodi di questa campagna elettorale, cioè i dibattiti televisivi, quello in francese dell’8 settembre e quello in lingua inglese del 9 settembre. Due occasioni per invertire al tendenza e raddrizzare questa – per ora – deludente campagna elettorale.

More Articles by the Same Author: