KABUL – Donne picchiate, giovani frustati solo perché indossavano i jeans. E burqa che vanno a ruba. Con il ritorno dei talebani, Kabul ha fatto un salto indietro di vent’anni, nonostante i “buoni propositi” manifestanti dai militanti dell’Emirato Islamico al loro arrivo nella capitale del Paese.
A fare da cassa di risonanza alla “nuova” situazione sono soprattutto i social network. In un post pubblicato su Facebook e riportato dal quotidiano britannico Daily Telegraph, un ragazzo afghano ha raccontato che stava camminando con i suoi amici a Kabul quando sono stati fermati da alcuni talebani che li hanno accusati di “non rispettare l’Islam” perché indossavano i jeans. Due sono riusciti a scappare ma gli altri sono stati picchiati, frustati sul collo e minacciati con una pistola.
Ma sono soprattutto le donne a pagare le conseguenze del ritorno dei talebani. “Alcune donne di ‘Pangea’ sono state picchiate dai talebani. Vedere le foto con i loro lividi è stato straziante. I bambini hanno assistito a scene di violenza inaudita e sono molto spaventati” ha riferito la onlus milanese che si occupa della difesa dei diritti delle donne e che ha diffuso le immagini dell’arrivo all’alba delle attiviste e delle loro famiglie a Kabul. “Da venerdì lavoriamo senza sosta per aiutare le colleghe di Kabul e le loro famiglie a raggiungere l’aeroporto. Sono stati giorni difficili. Le donne dello staff di ‘Pangea’ e le loro famiglie sono rimaste intrappolate nella folla per ore, senza acqua, anche con bambini piccolissimi tra le braccia”.
E poi c’è il burqa. Con i talebani, è tornato anche l’obbligo di indossarlo. E il prezzo è decuplicato, perché la presa del Paese è stata così rapida che molte donne afghane non sono state in grado di procurarsi e, così, il prezzo dell’abito che copre le donne dalla testa ai piedi è salito alle stelle, come emerge dalle testimonianze riportata ieri dal quotidiano italiano La Repubblica, come quella di una ragazza afghana che, mantenendo l’anonimato per ragioni di sicurezza, ha raccontato che la sua famiglia non ha soldi sufficienti per acquistare i tre burqa, che lei, sua sorella e sua madre devono indossare, quindi ne compreranno uno e se lo divideranno. “Se la situazione peggiora, non abbiamo nulla, dovremo farcene uno usando delle lenzuola o qualcosa del genere”, ha detto.
Un’altra donna di Kabul, sempre anonimamente, ha spiegato – riferisce ancora La Repubblica – che il prezzo di un burqa a Kabul è aumentato di dieci volte perché le donne si sono precipitate nei negozi per comprarlo, prima che le milizie talebane raggiungessero la capitale. “Alcune non hanno fatto in tempo a raggiungere il mercato prima della chiusura di domenica, perché i negozianti avevano fretta di tornare a casa”, ha detto. E poi: “I talebani ci terranno in casa. Abbiamo lottato per anni per uscire dalle case e lavorare nella società e ora dovremo ricominciare a lottare per gli stessi diritti, per ottenere un permesso di lavoro, per ottenere il permesso di andare in ospedale da sole?”.
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