Canada

Caso-Hunka: “Rota si è dimesso. E invece Trudeau che fa?”

OTTAWA – Dopo mesi di smentite, nei giorni scorsi è emersa la prova che anche il primo ministro Justin Trudeau (o quantomeno il suo ufficio) aveva invitato Yaroslav Hunka ad un evento ufficiale del governo federale: non un qualsiasi veterano ucraino-canadese, bensì Yaroslav Hunka, il 98enne che da giovane militò nelle SS naziste e che, ospite d’onore alla Camera dei Comuni in occasione della visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nello scorso mese di settembre, ha ricevuto una standing ovation.

In seguito, com’è noto, si è scoperto chi fosse Hunka e, per senso di responsabilità, lo speaker della Camera, l’italo-canadese Anthony Rota, si è dimesso. E tutti i “suoi” (deputati e ministri liberali) l’hanno scaricato, a partire proprio da Justin Trudeau che però, come si è scoperto in questi giorni grazie ad uno scoop di Rebel News (l’articolo è qui), aveva a sua volta invitato Hunka ad un evento a Toronto sempre in occasione della visita di Zelensky.

“Si atterrà allo stesso standard ed ammetterà di non essere idoneo per la carica?” ha chiesto il leader conservatore Pierre Poilievre al primo ministro Justin Trudeau, una volta appresa la notizia, durante il question time alla Camera, l’altro ieri. Justin Trudeau ha tentato di rigirare la frittata, dicendo che “gli attacchi che il leader dell’opposizione ha scelto di sferrare contro il Congresso ucraino-canadese (che aveva fornito la lista degli invitati agli eventi con Zelensky, nella quale c’era anche Hunka, ndr) dimostrano fino a che punto questo partito conservatore non sta più con l’Ucraina”, ha detto Trudeau.

L’editorialista del Toronto Sun, Brian Lilley, ha commentato: “Se i parlamentari liberali ed i ministri del governo credevano davvero che uno di loro, Anthony Rota, dovesse dimettersi da speaker per quello che è successo lo scorso settembre, allora sicuramente devono pensare la stessa cosa nei confronti di Trudeau, adesso. O, almeno, lo farebbero se non adottassero due pesi e due misure…” (l’articolo completo è qui).

Nella foto in alto: il leader dei Conservatori, Pierre Poilievre, durante il question time alla Camera dei Comuni

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