Canada

Caso Bernardo,
una patata bollente
per Marco Mendicino

TORONTO – Poco dopo che ai canadesi è stato detto che la legge sulla privacy impediva loro di sapere perché il famigerato serial killer Paul Bernardo è stato trasferito in una prigione di media sicurezza, al garante federale della privacy è stato ricordato dietro le quinte, che ci sono modi per aggirarla.

Bernardo ha trascorso quasi 30 anni in un carcere di massima sicurezza – recentemente il Millhaven Institution vicino a Kingston – prima che si diffondesse la notizia alla fine di maggio che era stato trasferito a La Macaza Institution in Quebec, una prigione di media sicurezza che offre ‘cure’ a coloro che si macchiano di reati sessuali.

Il ministro della Pubblica Sicurezza Marco Mendicino, la cui gestione del trasferimento carcerario ha scatenato polemiche a iosa, ha affermato che il Correctional Service of Canada, responsabile della decisione, deve ai canadesi una spiegazione data la gravità dei crimini di Bernardo. Ma ha anche detto che il Privacy Act ha ostacolato la trasparenza.

“Il Privacy Act e altre leggi attualmente pongono limiti significativi a ciò che può essere discusso pubblicamente, comprese le informazioni relative a specifici trasferimenti di detenuti”, ha affermato Mendicino in una dichiarazione del 14 giugno. E non solo. Il ministro ha anche detto di volere che Philippe Dufresne, il commissario federale per la privacy, proponga nuove procedure sulla condivisione delle informazioni con il pubblico e le vittime in casi di alto profilo.

Il giorno dopo che Mendicino ha ‘incolpato’ la legislazione sulla privacy di limitare ciò che poteva essere condiviso con i canadesi, a Dufresne sono state fornite note preparate per lui dal suo staff prima di un incontro con il Chief information officer of Canada Catherine Luelo.

Gli appunti dovevano servire per discutere questioni relative alla privacy: il commento di Mendicino è stato inserito tra gli argomenti da discutere. “Questo è condiviso nel caso in cui desideri dare un preavviso sulla nostra posizione nei confronti della dichiarazione del ministro sul Privacy Act che pone ‘limiti significativi su ciò che può essere discusso pubblicamente’ sui trasferimenti di detenuti”, ha scritto il capo dello staff di Dufresne il 15 giugno: in allegato c’erano “informazioni fattuali” sulla legge. “Il Privacy Act “attualmente consente alle istituzioni del governo federale di divulgare informazioni personali nell’interesse pubblico” e afferma che tali decisioni devono essere prese dal capo di un’istituzione caso per caso”, ha scritto il membro dello staff.

La Canadian Press ha ottenuto, in virtù dell’Access to Information Act, l’e-mail in questione.

Vito Pilieci, portavoce del commissario per la privacy, ha affermato che vista la dichiarazione di Mendicino e il conseguente dibattito pubblico, Dufresne aveva richiesto informazioni sulle disposizioni legali in merito alla divulgazione di informazioni di interesse pubblico.

Alla domanda se il suo ufficio concorda con l’affermazione di Mendicino secondo cui la legge sulla privacy pone “limiti significativi” a ciò che può essere pubblicizzato sui trasferimenti di detenuti, Pilieci ha messo in luce in modo inequivocabile che consente la condivisione di informazioni personali nei casi in cui si determini che “l’interesse pubblico alla divulgazione supera chiaramente qualsiasi violazione della privacy che potrebbe derivare dalla divulgazione”. “Fino ad oggi, (Correctional Service of Canada) non ha chiesto il nostro consiglio in merito a questa questione”, ha detto Pilieci.

Attualmente il Correctional Service of Canada sta riesaminando la sua decisione di trasferire Bernardo. “Abbiamo intenzione di comunicare l’esito della revisione il più presto possibile – ha dichiarato il portavoce Kevin Antonucci – dato l’interesse pubblico, possiamo dirvi che intendiamo essere trasparenti e aperti su questo caso, condivideremo quante più informazioni possibili in conformità con la legge sulla privacy”.

Domenica scorsa l’ufficio di Mendicino ha difeso la posizione del ministro secondo cui la legislazione pone “limiti significativi” alla capacità di un governo di condividere informazioni personali, sottolineando come la legge indichi espressamente, che in mancanza del consenso della persona coinvolta, occorre mantenere tali questioni private.

Tim Danson, avvocato che rappresenta le famiglie delle vittime French e Mahaffy, ha affermato che né lui né i cari delle vittime hanno ricevuto risposte sul motivo per cui Bernardo è stato trasferito.

Nell’immagine in alto, il ministro della Pubblica Sicurezza, Marco Mendicino (foto di Raul Lima)

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