Canada

Politiche abitative, il governo
corre ai ripari sul fronte
degli studenti stranieri

CHARLOTTETOWN – Il governo vuole cambiare marcia sulle politiche abitative. Ed è proprio questo delicato tema, molto sentito dalla maggioranza dei canadesi, che il consiglio dei ministri organizzato a Charlottetown ha monopolizzato ieri la discussione, con tanto di interventi di esperti per cercare di trovare il bandolo della matassa.

La questione, come è stato sottolineato più volte, è estremamente complicata. Vuoi perché la competenza in questo settore non è del governo federale, ma di quello provinciale e delle singole municipalità, vuoi perché le politiche abitative rappresentano un calderone dentro il quale c’è davvero di tutto, dal mercato immobiliare ai tassi d’interesse, dalla pianificazione dello sviluppo urbano alle politiche di sostegno alle famiglie, passando per l’immigrazione, le dinamiche del settore delle costruzioni edilizie e la solidità del tessuto creditizio. Insomma, non esiste una formula vincente per risolvere il problema.

Serve, invece, un governo capace di mettere in piedi una serie di accorgimenti legislativi per attenuare la crisi che attanaglia il settore. Ecco allora che nella discussione dei ministri del governo guidato da Justin Trudeau, è al vaglio l’idea di regolamentare ancora di più il flusso migratorio per attutire uno dei grossi punti problemi, quello ciò della evidente mancanza di unità abitative sufficienti a soddisfare le esigenze nel nostro Paese.

Sulla questione è intervenuto Sean Fraser (nella foto in alto), ministro responsabile delle Politiche abitative del governo federale, che ha sottolineato come l’esecutivo liberale potrebbe intervenire per porre un limite al numero di studenti internazionali che ogni anno vengono in Canada per studiare.

Stando a quanto comunicato dal governo, il Canada ha fissato nel 2014 l’obiettivo di aumentare le iscrizioni degli studenti internazionali da circa 240.000 a oltre 450.000 entro il 2022.

Immigration, Refugees and Citizenship Canada ha riferito che c’erano più di 807.000 titolari di permessi di studio internazionali in Canada a dicembre.

Ciò è avvenuto dopo un forte picco di permessi: 541.405 nuovi permessi sono stati rilasciati nel 2022, in crescita del 24% rispetto al 2021. Ora il governo potrebbe ridurre il flusso, anche se ancora nulla è deciso.

Il leader conservatore Pierre Poilievre ha incolpato il governo per i costi altissimi delle abitazioni, dicendo che Trudeau sta spendendo grandi quantità di denaro senza risultati tangibili.

“Ora vuole che i canadesi dimentichino tutto questo e incolpino gli immigrati; vuole dividere le persone per distrarre dai suoi fallimenti”.

Una presa di posizione che ovviamente non è piaciuta al primo ministro. Fraser ha ribadito che nel complesso “dobbiamo essere molto attenti” a non incolpare gli immigrati per la crisi abitativa del Canada, e ha respinto completamente le critiche di Poilievre.

Aggiungendo che “le cose che i conservatori chiedono – come il finanziamento di nuove abitazioni vicino al trasporto pubblico – sono cose su cui i liberali hanno fatto campagna e lavorato per anni”.

Il governo vaglierà anche un nuovo rapporto di tre esperti nazionali su alloggi e senzatetto, che ha formulato 10 raccomandazioni su cose specifiche che il governo federale può fare per alleviare le pressioni abitative.

Ciò include l’eliminazione delle imposte federali sulle vendite sulla costruzione di unità abitative costruite appositamente per essere affittati e per svolgere un ruolo di leadership nella creazione di un nuovo accordo nazionale sull’edilizia abitativa con altri livelli di governo, costruttori a scopo di lucro e agenzie immobiliari senza scopo di lucro.

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