Canada

Trudeau, consenso in caduta libera
Si rafforza la corsa dei conservatori

TORONTO – Nessuna inversione di tendenza: al contrario, continua il difficile momento per Justin Trudeau. La conferma arriva dal nuovo sondaggio della Nanos che mette in luce come il malcontento strisciante dell’elettorato canadese nei confronti del primo ministro stia diventando un sentimento diffuso, una potenziale spinta per il possibile cambio di governo alle future elezioni federali.

Stando a questa indagine statistica, se si votasse in questo momento il Partito Conservatore di Pierre Poielievre catturerebbe il 35,2 per cento dei consensi, mentre i liberali non andrebbero oltre il 27,7 per cento, con un calo rispetto all’ultima rilevazione del mese scorso del 2,9 per cento. L’emorragia del consenso verso il Partito Liberale non è diretta solamente verso destra, ma anche a sinistra. Dopo mesi a “crescita zero”, l’Ndp di Jagmeet Singh registra un aumento del 3,6 per cento nelle intenzioni di voto, che portano il partito al 21,7 per cento: la distanza con i liberali si riduce quindi al 6 per cento, un valore che non si vedeva da anni nei sondaggi. Il Bloc Quebecois sale al 7,1 per cento (più 1,6 per cento rispetto alla rilevazione di aprile), il Green Party raggiunge quota 4,3 per cento (più 1 per cento), mentre il People’s Party resta fermo al 3,4 per cento dei consensi.

Anche a livello di singola leadership non ci sono buone notizie per Trudeau. Sempre secondo la Nanos, solamente il 23,9 per cento dei canadesi ritiene che il leader liberale sia il potenziale miglior primo ministro per il Paese, contro il 28,3 che al contrario ritiene che Poillievre farebbe un lavoro migliore al suo posto. Singh sale al 18,8 per cento, la verde Elizabeth May al 3,4 per cento e il leader del People’s Party Maxime Bernier al 2,9 per cento.

Un’analisi approfondita della distribuzione del voto nel Paese e nel singoli distretti elettorali è poi fonte di nuove preoccupazioni per il primo ministro. I liberali infatti non solo non registrano una crescita in nessuna regione del Canada, ma al contrario vedono un’evidente erosione del consenso in molte roccaforti grit. Il partito infatti arretra pesantemente in tutte le Province Atlantiche, nelle zone della British Columbia tradizionalmente liberali e in numerose circoscrizioni dell’Ontario. L’unica area – sottolinea la Nanos – dove il partito del primo ministro tiene seppur a fatica è il Quebec: per il resto, l’arretramento dei livelli del consenso ha raggiunto valori preoccupanti.

A questo punto serve un’inversione di tendenza, che fino a questo momento non è arrivata. L’ultimo budget federale, dove il governo a distribuito a pioggia fondi per moltissime iniziative – l’ultima, la cosiddetta grocery rebate, inizierà ad arrivare nelle tasche dei canadesi proprio questa settimana – non ha spostato gli equilibri e non ha fatto salire la popolarità del primo ministro e più in generale dell’esecutivo. Stesso dicasi per la Convention liberale della scorsa settimana a Ottawa, dove il partito ha votato 24 risoluzione con l’obiettivo di imprimere la svolta nell’agenda di governo. Temi come l’inflazione, il costo della vita ormai fuori controllo, il rialzo dei mutui, la controversa vicenda della interferenze cinesi non hanno fatto altro che affossare il livello di gradimento e fiducia dell’elettorato verso il primo ministro in carica dal 2015. Se non ci sarà un’inversione di tendenza, le speranze di vittoria alle prossime elezioni saranno davvero ridotte al lumicino.

Ieri, infine, il primo ministro ha indetto le elezioni suppletive per il 19 giugno in quattro distretti elettorali: Notre-Dame-de-Grâce–Westmount, (Quebec), Oxford (Ontario), Portage–Lisgar (Manitoba) e Winnipeg South Centre (Manitoba). Si tratterà di un test molto significativo per verificare la tenuta della maggioranza.

More Articles by the Same Author: